prova pratica concorsi pubbliciIn molti concorsi pubblici, i candidati devono svolgere una prova pratica: vediamo come funziona e quali sono i criteri.


Oltre alle prove preselettive, quelle scritte, al colloquio orale e alla valutazione dei titoli, ai candidati di un concorso pubblico può essere richiesto di sottoporsi ad una prova pratica.

La prova pratica serve, appunto, per assicurare l’idoneità operativa dei candidati alla mansione che andrebbero a fare, una volta idonei alla selezione.

Ma se la prova pratica prevede un test scritto può essere effettivamente ritenuta realmente “pratica”?

Sulla questione è intervenuta la Cassazione, vediamo i dettagli.

Prova pratica concorsi pubblici: cos’è e come funziona

Come chiarito dalla Cassazione nella sentenza n°5653, sezione Lavoro, del 4 marzo 2024, la prova pratica nei concorsi pubblici non si limita ad essere un’esercitazione manuale, ma può includere qualunque procedura utile a valutare le capacità concrete del candidato, nel contesto lavorativo.

A volte può essere, quindi, un test scritto che, però, deve contenere domande e quesiti formulati in modo tale da poter esaminare realmente le competenze operative dei candidati, senza limitarsi alle conoscenze teoriche.

Nella prova pratica di un concorso, bisogna accertarsi dell’idoneità del candidato a svolgere le mansioni specifiche richieste, senza però entrare in una valutazione comparativa con gli altri candidati.

L’obiettivo è, appunto, esaminare i candidati sulle loro capacità di tradurre le nozioni studiate in azioni concrete.
Un esempio può essere una lezione simulata, nei concorsi per la scuola, nella quale i candidati potranno esporre la loro capacità di fare lezione a degli studenti, mettendo in pratica i loro studi.

Prova pratica concorsi pubblici: cosa dice la legge al riguardo

Il tema è regolamentato dall’art.27, comma 2, del dPR n° 487/1994 nel “Regolamento recante norme sull’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblichi impieghi”.

Nella norma si dispone che

“la selezione consiste nello svolgimento di prove pratiche attitudinali ovvero in sperimentazioni lavorative i cui contenuti sono determinati con riferimento a quelli previsti nelle declaratorie e nei mansionari di qualifica, categoria e profilo professionale dei comparti di appartenenza od eventualmente anche delle singole amministrazioni e comunque con riferimento ai contenuti ed alle modalità stabilite per le prove di idoneità relative al conseguimento degli attestati di professionalità della regione”.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it