Il certificato di separazione dei beni è il documento che attesta il regime patrimoniale scelto dai coniugi o dai conviventi basato sulla divisione dei loro beni personali. La separazione dei beni può essere scelta dalla coppia prima, durante e dopo il matrimonio o l’unione civile, attraverso la sottoscrizione di un atto legale.
Scopriamo insieme quali atti e certificati attestano la separazione dei beni, a cosa servono e come ottenerli.
Certificato di separazione dei beni: che cos’è e a cosa serve
Il certificato di separazione dei beni è un accordo legale che attesta la scelta dei coniugi o conviventi di mantenere la proprietà esclusiva dei loro beni personali acquisiti prima, durante o dopo aver contratto matrimonio o essersi uniti civilmente.
L’atto legale che certifica il regime di separazione può essere stipulato in diversi momenti:
- prima o dopo il matrimonio o l’unione civile: in questo caso le parti stipulano un atto pubblico notarile che contiene tutti i dettagli sulla proprietà separata dei beni tra i coniugi o conviventi. L’accordo deve essere firmato da entrambe le parti, davanti ad un notaio e in presenza di due testimoni. L’atto viene poi trasmesso dal notaio all’Ufficiale di stato civile del Comune in cui è avvenuta o avverrà la celebrazione e annotato sul certificato di matrimonio o di unione civile.
- durante la celebrazione con un’apposita dichiarazione delle parti, che viene annotata sul certificato di matrimonio/unione civile.
In entrambe i casi l’annotazione sul certificato attesta legalmente la divisione: per provare il regime patrimoniale è necessario richiedere l’estratto dell’atto di matrimonio o di unione che riporta le annotazioni presenti sul certificato.
È bene ricordare che, se durante la celebrazione i coniugi non esprimono una volontà diversa, si applica automaticamente il regime patrimoniale della comunione dei beni, detto anche di comunione legale, proprio perché è la legge a prevedere che operi automaticamente. La comunione dei beni, in assenza di diversa ed esplicita dichiarazione delle parti, si applica autonomamente per tutti i matrimoni contratti a partire dal 20 settembre 1975. (Legge 19/05/75 n.151).
Come ottenere il certificato di separazione dei beni
Come anticipato, per provare legalmente il regime patrimoniale di separazione dei beni è necessario richiedere l’estratto dell’atto riassuntivo di matrimonio o di unione.
Questo documento, oltre ai dati presenti all’interno del certificato di matrimonio, contiene anche le annotazioni poste al margine dell’atto. Queste indicano: il regime patrimoniale scelto dalla coppia, le eventuali successive variazioni di questa scelta (che può essere modificata dopo la celebrazione con la stipulazione di un atto notarile pubblico) e tutti gli eventi relativi all’unione avvenuti nel corso del tempo come l’annullamento, la separazione o il divorzio.
È possibile richiedere ed ottenere il rilascio del certificato:
- recandosi fisicamente presso gli uffici dello Stato Civile situati nel Comune in cui è avvenuta la celebrazione o in quello presso cui i coniugi avevano stabilito la residenza durante il periodo nel quale è stato celebrato il matrimonio/unione
- accedendo, mediante l’autentificazione digitale SPID o CIE, al portale istituzionale del Comune di interesse, se predisposto dall’Ente
- utilizzando il servizio online presente sul portale ufficiale dell’Anagrafe gestito dal Ministero dell’Interno che permette di richiedere e scaricare gratuitamente il documento. È possibile accedere al portale cliccando direttamente su questo link: www.anagrafenazionale.interno.it
- tramite il servizio online a pagamento di VisureItalia, Distributore Ufficiale InfoCamere. Dopo aver inserito i dai richiesti (nome e cognome, data, Stato e Comune di nascita, Codice fiscale, Provincia e Comune del luogo dell’unione e data del matrimonio) è possibile inviare una richiesta di rilascio dell’estratto riassuntivo dell’atto di matrimonio, del certificato di matrimonio o della copia integrale. Il documento verrà inviato tramite email entro pochi giorni.
Fonte: articolo di Martina Pietrograzia