medico-non-visita-donne-sindacoAccade a Valdastico, in provincia di Vicenza: sta facendo discutere, dopo la pubblica denuncia lanciata dal sindaco, il caso del medico che si rifiuta di visitare le donne nel suo ambulatorio.


Il piccolo paese sull’Altopiano dei Sette Comuni, con i suoi 1.200 abitanti, è al centro di una controversia che ha portato alla chiusura dell’ambulatorio locale. Il sindaco Claudio Sartori ha dichiarato guerra al medico di base assegnato dalla Ulss 7 a partire dal primo marzo.

La decisione del sindaco è giunta dopo un proclama audace, “Muro l’ambulatorio e sigillo le finestre“, concretizzatosi ieri quando ha fatto cambiare la serratura dell’ambulatorio.

Scopriamo in breve i motivi di questa ostilità tra il primo cittadino e il medico di base.

Medico non visita le donne: il sindaco gli dichiara guerra

La motivazione dietro questa mossa risiede nelle accuse rivolte al medico dal sindaco stesso, che sostiene che il medico avesse commesso errori nelle ricette, rifiutato visite a pazienti donne e mostrato resistenza nel collaborare con figure femminili, come la direttrice e la vicedirettrice della casa di riposo locale.

Il medico, Jamal Basal, di origine israeliana e di fede cattolica, ha difeso la propria professionalità respingendo le accuse. Ha sottolineato di avere il supporto di circa venti dichiarazioni scritte e oltre 200 firme di pazienti di Valdastico e Arsiero che attestano la sua competenza e umanità. Il medico ha anche affermato di aver dedicato disponibilità 24 ore su 24, sette giorni su sette, visitando pazienti sia a domicilio che in ospedale.

Nonostante la serratura cambiata dal sindaco, il dottore ha confermato la sua intenzione di iniziare il servizio dal 1° marzo. In risposta il sindaco sostiene che solo se l’Usl permetterà di aprire uno studio privato con requisiti adeguati, valuterà la situazione. Tuttavia, prevede che il medico si troverà con un numero esiguo di pazienti, dato che molte persone hanno abbandonato l’ambulatorio durante il suo precedente mandato.

La situazione rimane pertanto tesa, con il medico determinato a riprendere la sua attività in loco nonostante le ostilità del sindaco. Resta da vedere come evolverà nelle prossime settimane questa controversia tra l’amministrazione comunale e il professionista della salute.

Alcune riflessioni

L’efficacia della gestione locale e dei servizi sanitari dipende dalla collaborazione e dalla comprensione reciproca tra il sindaco e il medico di base.

Da un lato, il sindaco rappresenta l’amministrazione locale, incaricato di garantire il benessere dei cittadini e la fornitura di servizi essenziali. Dall’altro lato, il medico di base è il punto di riferimento primario per la salute dei residenti, con la responsabilità di fornire cure mediche di qualità.

Il sindaco, in teoria, dovrebbe essere il mediatore e il coordinatore degli interessi della comunità, assicurandosi che le risorse siano allocate in modo efficace per soddisfare le esigenze dei cittadini. La sua competenza dovrebbe estendersi alla gestione delle dinamiche locali, inclusi i servizi sanitari. Tuttavia, quando emerge una situazione di conflitto, come in questo caso, sorge la domanda se il sindaco sia dotato delle competenze necessarie per affrontare questioni specifiche nel campo medico.

D’altra parte, il medico di base dovrebbe essere un professionista qualificato e attento alle esigenze della comunità. La sua competenza medica è fondamentale per garantire cure adeguate e risposte efficaci alle problematiche di salute dei cittadini.

Questa situazione mette in evidenza la necessità di un approccio olistico nella formazione e nella gestione delle figure chiave all’interno di una comunità, affinché possano affrontare le sfide in modo cooperativo e fornire servizi di alta qualità.

 

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it