stop-aree-limiti-30-km-h-La proposta arriva dal Ministro Matteo Salvini, che una con nuova direttiva mira a regolamentare in modo più efficace i limiti di velocità all’interno dei centri abitati, mettendo fine alle zone con limiti a 30 km/h prive di giustificazioni specifiche.


Secondo l’art. 142 del codice della strada, il limite generale nelle zone abitate è di 50 km/h, ma può essere elevato a 70 km/h in determinate condizioni.

La nuova proposta del Ministro introduce limiti diversi solamente per strade e tratti di strada specifici, assicurando nel contempo una rete di collegamenti a 50 km/h per garantire l’accesso ai punti principali.

Scopriamo dunque quali potrebbero essere le novità in arrivo.

Che cosa sono le cosiddette “aree 30”?

Prima di continuare occorre fare giusto una premessa minima sulle cosiddette “aree 30.”

Si tratta di una forma di intervento urbanistico per la moderazione del traffico nella viabilità urbana, applicata tramite la riduzione del limite di velocità, generalmente per i veicoli a motore.

In Italia è stata introdotta nel 1995, all’interno delle direttive per la redazione dei Piani Urbani del Traffico (PUT).

Una Zona 30 è in estrema sintesi un’area della rete stradale urbana dove il limite di velocità è di 30 chilometri orari invece dei consueti 50 previsti dal codice stradale per tali zone.

Si tratta di una misura che nel tempo ha fatto comunque discutere. Alcuni ad esempio sostengono che una diminuzione a 30 km/h del limite di velocità porti a un aumento consistente dei tempi di viaggio. Altri invece la reputano una misura eccessivamente sanzionatoria, sia per la poca tolleranza (solitamente, di massimo 5 km/h o 3 mph) sia per l’ingiustificata generalità, che distoglierebbe dal vero intento di punire i pirati della strada.

Stop alle aree con limiti a 30 km/h: in quali casi?

Le deroghe proposte sono dettagliate e mirano a giustificare l’imposizione di limiti differenti da 50 km/h. Le condizioni per abbassare la velocità includono:

  • l’assenza di marciapiedi e di movimento pedonale intenso
  • restringimenti delle sezioni stradali
  • pendenze elevate
  • andamenti tortuosi tipici di centri storici
  • e la presenza di ingressi e uscite da luoghi sensibili come scuole e parchi.

D’altra parte, le strade urbane di scorrimento e le strade con caratteristiche adeguate possono giustificare l’aumento del limite a 50 km/h.

Le ordinanze per le deroghe devono essere basate su una metodologia specifica, evidenziando le condizioni stradali e valutando l’impatto sugli interessi pubblici.

La motivazione deve includere dati sull’incidentalità degli ultimi tre anni e considerare le peculiarità del contesto urbano o le esigenze temporanee legate a flussi turistici o eventi straordinari.

Il testo della direttiva

Qui il documento completo.

I risultati del nostro sondaggio su Telegram

Per l’occasione abbiamo lanciato un sondaggio sul nostro canale Telegram su questo argomento decisamente sentito dai cittadini, collegandolo anche al discorso sul misterioso Fleximan, distruttore di autovelox diventato nelle ultime settimane una vera e propria icona del web.

Il quesito che abbiamo posto ai lettori è il seguente:

Nel nostro Paese da un lato “Fleximan”, l’uomo che distrugge gli autovelox, diventa una sorta di supereroe da emulare; dall’altro molte città portano i limiti di velocità urbani a 30kh. Cosa ne pensate?

Da questo argomento controverso si scopre che la maggioranza dei lettori preferisce la legalità alle soluzioni estreme, ma questa stessa maggioranza si spacca sull’utilità di normative apposite in materia:

  • I 30 km/h sono una ottima iniziativa per salvaguardare le vite di pedoni e cliclisti – 45%
  • Questi provvedimenti non servono a nulla – 40%
  • Io sto con Fleximan! – 15%

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it