La rivolta dei trattori, che sta infiammando mezza Europa, adesso arriva anche in Italia: scopriamo in breve perché gli agricoltori protestano e quali sono le loro richieste.
Un’ondata di proteste agricole sta dilagando in Europa, con agricoltori tedeschi, francesi e ora anche italiani che scendono in piazza per manifestare il loro malcontento.
Le manifestazioni degli agricoltori europei, alimentate da preoccupazioni economiche, ambientali e legislative, stanno crescendo in intensità.
La voce degli agricoltori si fa infatti sempre più forte, richiedendo risposte concrete dalle istituzioni: ma quali sono le motivazioni alla base di tutto questo?
Scopriamolo, analizzando prima il contesto e poi tentando di comprendere come mai la protesta sta esplodendo anche da noi in Italia.
Il contesto
L’origine di questa ribellione risiede in decisioni governative, in particolare in Germania, dove le misure adottate hanno scatenato una serie di dimostrazioni contro il ministro dell’Economia Robert Habeck.
La protesta agricola in Germania ha avuto inizio a metà dicembre, quando il governo ha annunciato tagli ai sussidi agricoli e aumenti delle tasse, in parte come risposta a una sentenza della Corte Suprema tedesca che ha aperto un buco di 60 miliardi nelle finanze nazionali.
Questa decisione è stata presa nel contesto di una serie di riforme mirate a sostenere l’Ucraina e promuovere la transizione verso l’energia pulita. Tuttavia, tali misure hanno colpito pesantemente il settore agricolo, portando gli agricoltori a bloccare le strade con i loro trattori.
E dalla Germania le proteste si sono spostate anche in altri paesi, come Francia, Austria e Belgio per giungere a toccare anche il nostro paese.
Ecco perché gli agricoltori protestano: il fronte italiano
Le ragioni della protesta agricola in Italia sono molteplici e rispecchiano le preoccupazioni espresse anche da agricoltori di altri paesi europei. Il 2023 è stato un anno difficile per il settore agricolo in Europa, con eventi climatici estremi, politiche ambientali più rigorose e obiettivi del Green Deal dell’Unione Europea. In particolare, le nuove regole comunitarie impongono agli agricoltori di mantenere il 4% dei terreni incolti sopra i 10 ettari, una mossa che ha suscitato preoccupazioni tra i coltivatori di grano e mais.
Oltre a ciò, la questione dei prezzi è al centro della protesta, con gli agricoltori che denunciano la mancanza di concretezza nelle modifiche legislative riguardanti le pratiche sleali. La proposta di introdurre un costo di produzione da considerare nel prezzo di vendita non ha ancora portato risultati tangibili, mentre i coltivatori vedono i loro profitti ridursi e i costi dei mutui e dei carburanti aumentare.
La situazione è ulteriormente complicata dall’introduzione di nuove tendenze alimentari.
Carne sintetica e farina di insetti sul banco degli imputati
Ad esempio la carne sintetica e i cibi a base cellulare rappresentano una sfida diretta per l’industria della carne tradizionale: secondo gli agricoltori non sono minacciati solo i profitti, ma anche la sostenibilità economica di intere comunità rurali.
In aggiunta, la farina di insetti, una fonte proteica alternativa, è stata inclusa tra le problematiche sollevate da chi sta protestando. La sua introduzione sul mercato ha suscitato preoccupazioni riguardo all’impatto sui prezzi dei prodotti agricoli tradizionali, con l’industria agricola che teme la concorrenza e la possibile degradazione del valore dei loro prodotti.
In risposta a queste novità l’Italia, la Francia, l’Austria e altri 9 paesi, ha chiesto una moratoria di 12 mesi su alcuni di questi prodotti, suscitando ulteriori preoccupazioni tra gli agricoltori. Si tratta di una richiesta che indica una crescente consapevolezza dei rischi associati a queste nuove tecnologie alimentari, ma gli agricoltori sostengono che è necessario un approccio più deciso per tutelare il settore.
La rivolta avanza sul territorio
Pertanto le proteste agricole stanno guadagnando terreno anche in Italia, manifestandosi in diverse regioni del Paese. Nell’Umbria, gli agricoltori hanno organizzato una dimostrazione ordinata a Perugia, marciando per le strade con i loro trattori. Nel contesto abruzzese, decine di agricoltori hanno portato i loro mezzi nell’area di Casalbordino, creando un corteo visibile e impattante.
Nel Lazio, il Comitato agricoltori traditi ha coordinato una protesta strategica vicino al casello autostradale dell’A1 di Orte, causando rallentamenti nella viabilità locale. Le forze dell’ordine hanno vigilato attentamente sull’andamento della manifestazione, mentre i manifestanti hanno esposto le proprie preoccupazioni legate alle sfide che il settore agricolo sta affrontando.
Infine in Sicilia una vera e propria marcia di avvicinamento verso Palermo, con un corteo di mezzi agricoli partito mercoledì mattina da San Cipirello, procede lungo la statale Palermo-Sciacca causando disagi alla viabilità.
Qui di seguito un servizio andato in onda sull’emittente TG2000 che riepiloga le motivazioni della protesta sul fronte italiano.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it