pfas-rischio-cancro-aircLe sostanze chimiche PFOA e PFOS, parte di un vasto gruppo noto come PFAS stanno suscitando crescente preoccupazione per la loro cancerogenicità, secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC).


Queste sostanze stanno attirando l’attenzione per i loro effetti sulla salute umana e sull’ambiente: si tratta pertanto di una questione che secondo le associazioni ambietaliste e la comunità scientifica sta diventando centrale nella salvaguardia della salute pubblica.

Scopriamone dunque di più sull’argomento e cerchiamo di comprendere la portata di rischio associata al cancro insita nel contatto con questi elementi.

Che cosa sono i PFAS?

I PFAS (tecnicamente sostanze chimiche perfluoroalchiliche) sono composti caratterizzati dalla presenza di atomi di carbonio completamente fluorurati. Questa particolare configurazione conferisce loro proprietà repellenti all’acqua e agli oli, rendendoli ideali per la produzione di prodotti antiaderenti e resistenti all’acqua. Tuttavia, la persistenza ambientale e la bioaccumulazione di queste sostanze hanno sollevato preoccupazioni per la loro impatto sulla salute umana e sulla fauna selvatica.

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ne ha rilevato migliaia distinti e differenti, con almeno tre atomi di carbonio perfluorurati. Queste sostanze, come abbiamo visto prima onnipresenti nella nostra vita quotidiana, si accumulano persino nel nostro sangue. Il problema si estende oltre la quantità, poiché la loro presenza si riflette nei prodotti di uso comune e può influire sulla nostra salute.

La presenza diffusa di PFAS  si manifesta nei prodotti di uso comune, penetrando in utensili da cucina, pentole antiaderenti, prodotti d’arredamento, cosmetici, abbigliamento, tessuti, materiali da imballaggio e nelle industrie della gomma, dell’elettronica e della plastica. Questa diffusione capillare rende praticamente inevitabile l’esposizione quotidiana, con potenziali impatti sulla nostra salute.

L’allarme sulla vastità del problema è stato rimarcato anche da uno studio condotto dall’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti (EPA). Nel suo database sulla tossicità, sono elencati ben 14735 PFAS, un numero che il database PubChem porta addirittura a circa 6 milioni.

Le regole attuali dell’Unione Europea

Ma qual è l’attuale posizione della Commissione UE in merito? In questi ultimi anni, in risposta alla crescente consapevolezza degli impatti dei Perfluoroalchilici (PFAS) sulla salute umana, la Commissione europea ha adottato una posizione proattiva. Ha incaricato l’Autorità europea per la sicurezza degli alimenti (EFSA) di condurre una valutazione approfondita dei rischi associati all’esposizione umana a PFAS.

Successivamente alle valutazioni condotte dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), sono state implementate restrizioni significative. In particolare, a partire dal 2020, le restrizioni hanno interessato la fabbricazione e l’immissione sul mercato di acido perfluoroottanoico (PFOA) e dei suoi composti correlati.

Tuttavia per una parte del mondo scientifico questo non basta e tutti i PFAS vanno vietati per evidenti rischi cancerogeni nell’uomo.

Utilizzo dei PFAS e rischio di cancro

I dati appena elencati svelano l’estensione della presenza di queste sostanze tossiche nella nostra vita quotidiana, contribuendo a sollevare gravi preoccupazioni per la nostra salute e per l’ambiente circostante.

Ad esempio, per andare nel pratico, alcuni elementi come questi, quali l’acido perfluoroottanoico (PFOA o C8) e  appartenente al gruppo più ampio dei PFAS, persiste nell’ambiente, finendo nella polvere, nell’aria e nell’acqua potabile.

L’esposizione ai PFAS ha dimostrato di avere impatti significativi sulla salute umana. Gli effetti comprendono l‘accumulo di acidi grassi nel corpo e un indebolimento del sistema immunitario. Studi scientifici hanno rivelato un aumento del rischio di sviluppare tumori, con particolare attenzione ai tumori di fegato, testicoli, mammella e pancreas. Questi risultati allarmano sull’entità del pericolo che le PFAS possono rappresentare per la salute umana, evidenziando la necessità di limitarne l’esposizione.

Impatto su Regioni specifiche

Alcune regioni, come Vicenza in Europa, sono particolarmente colpite dall’inquinamento da PFAS. La diffusione di queste sostanze nelle aree circostanti evidenzia la portata globale del problema. L’inquinamento da PFAS non si limita alle singole fonti, ma può estendersi attraverso l’ambiente, contaminando risorse cruciali come l’acqua potabile e il suolo.

Presenza nell’aria e esposizione involontaria

Una delle vie attraverso cui le persone possono essere esposte involontariamente alle PFAS è l’aria. Molti prodotti contenenti PFAS, quando diventano rifiuti, vengono bruciati, rilasciando queste sostanze nell’atmosfera. Questa forma di esposizione accentua ulteriormente il rischio per la salute, poiché le PFAS possono essere respirate, entrando così nel nostro sistema biologico.

L’appello dell’AIRC e di Greenpeace

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC) ha pertanto classificato i PFAS come “certamente cancerogeni” per l’uomo. Questa designazione sottolinea il legame diretto tra l’esposizione a queste sostanze chimiche e il rischio significativo di sviluppare forme gravi di cancro. È una chiamata d’allarme che pone l’attenzione sulla necessità urgente di misure preventive e regolamentazioni più rigide per proteggere la salute pubblica.

Inoltre anche associazioni ambientaliste come Greenpeace stanno promuovendo una campagna per vietare l’uso di PFAS in Italia, seguendo l’esempio di Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia che hanno proposto restrizioni simili all’Agenzia europea delle sostanze chimiche.

 

 

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it