Anche il porno finisce sotto la lente d’ingrandimento europea: la Commissione UE ha infatti inserito Pornhub, Stripchat e Xvideos tra i siti web sotto sorveglianza nell’ambito del Digital Service Act.


La Commissione europea ha annunciato un importante aggiornamento al Digital Service Act, coinvolgendo 19 aziende, tra cui giganti come Google, Apple, Facebook, Amazon, X, TikTok e tre siti noti per la diffusione di materiale video per adulti: Pornhub, Stripchat e Xvideos.

Thierry Breton, commissario Ue per il Mercato interno, sottolinea che queste piattaforme saranno soggette a “obblighi più rigidi” nell’ambito di un impegno per rendere l’ambiente online più sicuro, con particolare attenzione alla tutela dei minori e al contrasto alla diffusione di contenuti illegali.

La sorveglianza delle tre piattaforme di materiale video per adulti – Pornhub, Stripchat e Xvideos – sarà affidata alla Commissione europea in collaborazione con i coordinatori dei servizi digitali dei Paesi membri. Le nuove norme, che dovranno essere implementate entro la fine di aprile 2024, prevedono sanzioni severe, comprese multe fino al sei per cento del fatturato annuo globale e, in casi gravi e ripetuti, il divieto di operare in Europa.

Il Digital Service Act secondo l’UE va applicato anche ai siti porno

Le piattaforme coinvolte, in particolare Pornhub, Stripchat e Xvideos, saranno soggette a norme più severe volte a prevenire la diffusione di contenuti dannosi come pedopornografia, materiale non consensuale e video deepfake. Inoltre, saranno obbligate a rafforzare i loro controlli per proteggere i minori, attraverso un maggior ostacolo all’accesso a contenuti pornografici online.

Il Digital Service Act infatti, fondato sul principio di “rischio sistemico”, introduce un quadro normativo che pone un’enfasi significativa sulla responsabilità delle piattaforme digitali nei confronti della tutela dei diritti fondamentali e della sicurezza online. Le aziende coinvolte sono tenute a redigere annualmente report dettagliati che identificano e affrontano una serie di minacce, tra cui quelle legate ai diritti fondamentali dei cittadini europei, alla libertà di espressione, al dibattito pubblico e alla protezione di minori e minoranze.

Questi report non sono una formalità: devono fornire un’analisi approfondita delle sfide affrontate dalle piattaforme, seguita da una chiara esposizione delle azioni concrete adottate per mitigare tali problemi. Bruxelles supervisionerà attentamente questi report, avvalendosi della consulenza di esperti esterni e ricercatori universitari per garantire una valutazione accurata e indipendente.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it