aree-idonee-rifiuti-radioattiviIl Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato sul proprio sito istituzionale l’elenco delle aree idonee ad ospitare i rifiuti radioattivi: ecco tutti i dettagli.


Pubblicato l’elenco delle 51 aree idonee alla localizzazione del Deposito nazionale: sono 51 le aree presenti nella proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI).

Si tratta di zone dove realizzare in Italia il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico, al fine di permettere lo stoccaggio in via definitiva dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività.

La Carta è stata elaborata dalla Sogin, sulla base delle osservazioni emerse a seguito della consultazione pubblica e del Seminario nazionale condotti dopo la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), e approvata dall’Ispettorato nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (Isin).

Le aree idonee ad ospitare i rifiuti radioattivi

La Carta Nazionale delle aree idonee individua pertanto 51 zone i cui requisiti sono stati giudicati in linea con i parametri previsti dalla Guida tecnica Isin, che recepisce le normative internazionali per questo tipo di strutture.

Il costo per realizzare Deposito Nazionale e Parco tecnologico è stimato in 900 milioni di euro e l’entrata in funzione è prevista per il 2029.

Il Deposito servirà a smaltire i rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività che vengono prodotti esclusivamente in Italia.

Inizialmente, è previsto anche lo stoccaggio di quelli a media e alta attività, che avverrà in un’altra struttura temporanea del Deposito ma che poi dovranno essere definitivamente trasferiti in un altro deposito.

Gli enti territoriali le cui aree non sono presenti nella proposta di CNAI, nonché il Ministero della difesa per le strutture militari interessate, possono entro trenta giorni dalla pubblicazione della Carta, presentare la propria autocandidatura a ospitare il Deposito nazionale e il Parco tecnologico e chiedere al MASE e alla Sogin di avviare una rivalutazione del territorio stesso, al fine di verificarne l’eventuale idoneità.

Le autocandidature devono essere inviate ad entrambi i seguenti indirizzi PEC:

Suddivisione delle zone sul territorio italiano

I 51 siti sono raggruppati in 5 zone ben precise, su 6 regioni.

In Piemonte, 5 siti: la zona adatta è in provincia di Alessandria, nei comuni di Bosco Marengo, Novi Ligure, Alessandria, Oviglio, Quargnento, Castelnuovo Bormida, Sezzadio, Fubine Monferrato.

Il Lazio ha il maggior numero di siti idonei, 21, tutti nel Viterbese, nei comuni di Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Arlena di Castro, Piansano, Tessennano.

In Sardegna, gli 8 siti sono concentrati fra la provincia di Oristano e quella di Sud Sardegna, a Albagiara, Assolo, Usellus, Mandas, Siurgius Donigala, Segariu, Villamar, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Nurri, Ortacesus, Guasila.

Fra Puglia e Basilicata sono concentrati 15 siti: fra la provincia di Matera (Montalbano Jonico, Matera, Bernalda, Montescaglioso, Irsina) e i comuni di Altamura, Laterza e Gravina, con una appendice nel Potentino, a Genzano di Lucania.

In Sicilia si trova la quinta e ultima zona, nel Trapanese, con 2 aree idonee a Calatafimi, Segesta e Trapani.

Le polemiche

Ovviamente il piano ha suscitato anche polemiche, soprattutto tra amministrazioni locali di entrambi gli schieramenti politici coinvolti nella suddivisione delle diverse zone.

Lamentele che sono state uguali a prescindere anche dalla collocazione geografica.

“Ribadiamo il nostro no all’individuazione in territorio lucano dei siti per i rifiuti radioattivi. La nostra posizione non cambia e non cambierà”, ha commentato Cosimo Latronico, assessore all’Ambiente e all’Energia della Regione Basilicata ed esponente di Fratelli d’Italia.

“No grazie, non vogliamo i depositi delle scorie in Sardegna, ha dichiarato Francesca Ghirra, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra.

Anche il presidente della Regione Christian Solinas, vicino alla Lega, si dice contrario e il 21 dicembre si svolgerà in Consiglio regionale un’Assemblea per ribadire il no della Sardegna.

Infine anche i sindaci dei Comuni siciliani coinvolti annunciano battaglia e non mancano le polemiche nella provincia di Viterbo, l’area al momento maggiormente coinvolta.

L’elenco completo delle zone coinvolte

Qui il documento con l’elenco delle 51 aree.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it