digitale-rischio-societa-informazioneLa conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in corso a Dubai si trova al centro di un dibattito acceso: e adesso potrebbe essere anche il digitale a finire sul banco degli imputati, perché secondo Al Gore metterebbe a rischio la società dell’informazione.


La COP28 sembrerebbe non aver ottenuto i risultati prefissati, quantomeno secondo l’ex vicepresidente statunitense Al Gore che ha criticato aspramente la bozza di accordo della conferenza, definendola “ossequiosa” e accusando la presidenza di essere influenzata dall’OPEC in modo inaccettabile.

Gore ha dunque dichiarato che l’evento è “sull’orlo di un completo fallimento“. Ma la sua preoccupazione non si ferma qui. Gore, noto ambientalista, ha allertato sulle minacce che il mondo dell’informazione sta affrontando a causa della rivoluzione digitale. 

Il digitale metterebbe a rischio la società dell’informazione? L’opinione di Al Gore

Secondo il noto politico americano il libero accesso alle informazioni tramite Internet, in particolare attraverso i social network, mette a rischio la democrazia.

Dovrebbero essere vietati, davvero. È un abuso dello spazio pubblico“, ha dichiarato Gore, sottolineando che l’informazione indipendente potrebbe mettere in pericolo la democrazia.

Il suo appello include una provocatoria proposta di vietare l’accesso ai social network, specialmente per coloro che vengono considerati “non allineati” all’informazione mainstream.

Gore ha sottolineato il passaggio dall’ecosistema dell’informazione basato sulla stampa a quello basato sui social media, affermando che tale cambiamento ha disturbato gli equilibri che precedentemente garantivano il corretto funzionamento della democrazia rappresentativa. Secondo l’ex vicepresidente, una base di conoscenza condivisa è essenziale per il corretto ragionamento collettivo.

Tuttavia, con l’avvento dei social media, la diffusione delle informazioni ha subito una trasformazione sostanziale. Le notizie ora viaggiano rapidamente attraverso piattaforme digitali, spesso senza passare attraverso il filtro tradizionale della verifica giornalistica. Secondo Gore, questo cambiamento ha disturbato gli equilibri in quanto ha portato a una frammentazione della conoscenza condivisa. Mentre in passato la società poteva fare affidamento su una base di informazioni comunemente accettate, ora ci troviamo in un panorama in cui la verità è più soggettiva e mutevole.

Questa la sua emblematica dichiarazione:

“Il passaggio da un ecosistema dell’informazione basato sulla stampa a uno basato sui social media ha sconvolto gli equilibri che un tempo esistevano e che facevano funzionare molto meglio la democrazia rappresentativa, perché un popolo libero e autonomo fa affidamento su una base di conoscenza condivisa che serve da base per ragionare insieme.”

Il parere di Elon Musk

Le critiche alla situazione attuale non provengono solo da Gore. Dopo l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk, l’imprenditore ha adottato una posizione forte sulla libertà di espressione. Musk ha accusato Twitter di aver “interferito nelle elezioni americane“, compromettendo così la democrazia. Ha promesso di rivelare la verità su questo sistema di censura attraverso la sua piattaforma di microblogging.

Musk ha inoltre riattivato l’account dell’ex presidente Donald Trump, sospeso in passato da Twitter. Il noto imprenditore ha dichiarato che la correzione dell’errore di bannare l’account di Trump ha ripristinato la credibilità di Twitter per una parte significativa della popolazione americana.

La critica di Musk si concentra sull’idea che Twitter, come piattaforma di comunicazione di vasta portata, avrebbe avuto un impatto significativo sull’opinione pubblica durante il periodo elettorale, influenzando potenzialmente l’orientamento delle elezioni. Questa affermazione di interferenza nelle elezioni ha suscitato un ampio dibattito sul ruolo delle piattaforme di social media nel processo democratico e sulla loro responsabilità nell’evitare manipolazioni politiche.

L’accusa di interferenze nelle elezioni non è estranea al contesto più ampio delle preoccupazioni sulla manipolazione delle informazioni online. Musk sembra indicare che Twitter, una piattaforma molto influente, potrebbe avere agito in modo tale da influenzare la percezione del pubblico e, di conseguenza, i risultati elettorali. Questo solleva domande importanti sulla responsabilità delle piattaforme digitali e sulla necessità di regolamentazioni efficaci per garantire un ambiente informativo equo e trasparente.

La legge europea per la libertà dei media

Contestualmente, di recente, la Commissione Europea ha accolto con soddisfazione l’accordo politico raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio sulla legge europea per la libertà dei media, proposta nel settembre 2022. Queste nuove norme mirano a proteggere l’indipendenza editoriale e il pluralismo dei media, promuovendo trasparenza ed equità e favorendo una migliore cooperazione tra le autorità competenti dei media attraverso un nuovo comitato europeo.

Il cuore di questa legge sarà il nuovo comitato europeo indipendente per i servizi di media, composto da autorità nazionali e assistito dalla Commissione. Tale comitato svolgerà un ruolo cruciale nella promozione dell’applicazione coerente del quadro normativo dell’UE sui media, fornendo pareri sulle concentrazioni del mercato e coordinando le misure per i media non UE a rischio per la sicurezza pubblica.

Le misure approvare con queste nuova normativa

La legge europea per la libertà dei media introduce una serie di misure fondamentali:

  1. Protezione dell’indipendenza editoriale: Gli Stati membri saranno obbligati a rispettare l’effettiva libertà editoriale dei fornitori di servizi di media, con particolare attenzione alla protezione delle fonti giornalistiche.
  2. Funzionamento indipendente dei media pubblici: La legge assicurerà risorse finanziarie adeguate, sostenibili e trasparenti per i media pubblici, promuovendo la trasparenza nella nomina di direttori e membri degli organi direttivi.
  3. Trasparenza della proprietà dei media: Obbligo di divulgare informazioni sulla proprietà dei media, inclusi nomi legali, dati di contatto e dettagli proprietari.
  4. Protezione contro la rimozione ingiustificata online: Garanzie contro la rimozione ingiustificata da parte di piattaforme online di grandi dimensioni di contenuti mediatici prodotti secondo standard professionali.
  5. Diritto alla personalizzazione dell’offerta media: Introduzione del diritto per gli utenti di modificare le impostazioni predefinite su dispositivi e interfacce, come i televisori connessi.
  6. Valutazione dell’impatto delle concentrazioni del mercato dei media: Gli Stati membri dovranno valutare l’impatto delle concentrazioni del mercato dei media sul pluralismo e sull’indipendenza editoriale.
  7. Metodologia di misurazione dell’audience trasparente: Stabilisce requisiti per una metodologia trasparente di misurazione dell’audience per i fornitori di servizi di media e gli inserzionisti.
  8. Requisiti per l’allocazione della pubblicità statale: Norme per garantire la trasparenza e la non discriminazione nell’allocazione della pubblicità statale.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it