Può succedere che, a causa del lavoro straordinario oltre i limiti, ne risenta la salute psicofisica: in quei casi c’è un risarcimento? Vediamolo insieme.
Ogni lavoratore ha il diritto alle ferie e al riposo settimanale, come confermato dalle direttive dell’Unione Europea, da tutti i contratti collettivi nazionali di lavoro e anche dalla Costituzione.
Più nello specifico, parliamo dell’art.36 della Costituzione Italiana, che recita:
“Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”.
Ma ovviamente esiste il lavoro straordinario, regolamentato dal Codice Civile e dal Decreto Legislativo 66/2003, che prevede un aumento delle ore lavorative (sempre con dei limiti) con relativa maggiorazione della retribuzione.
Ma cosa succede se il lavoro straordinario va oltre i limiti e intacca la salute psicofisica del lavoratore? È previsto un risarcimento?
Vediamolo insieme.
Qual è il limite del lavoro straordinario?
In caso di lavoro a tempo pieno, svolto su 40 ore settimanali, il limite del lavoro straordinario è fissato a 8 ore settimanali e 250 ore annuali.
Il superamento del limite settimanale va rapportato alla media di periodo stabilito dalla contrattazione collettiva e non in base ad una singola settimana.
In linea generale, i contratti collettivi considerano solitamente un periodo di tempo compreso tra i quattro e i sei mesi. Ma può arrivare fino ad un massimo di dodici mesi, in caso di ragioni organizzative e produttive.
Lavoro straordinario oltre i limiti: come si calcola il danno
Violare le norme sui riposi e sugli straordinari dei lavoratori, oltre ad essere contro la legge, può influire anche sulla salute dei dipendenti stessi.
Come detto dalla Corte di Cassazione, nella sentenza n°18884/2019, il danno patrimoniale va riconosciuto in base ad una presunzione, che nasce dalla constatazione delle violazioni commesse dal datore di lavoro o dall’azienda, quando viene negato un riposo ai dipendenti o quando si prolunga il lavoro straordinario oltre i limiti.
Nell’eventuale risarcimento al dipendente, devono rientrare:
- La compensazione economica del tempo libero perso, che il dipendente non ha potuto dedicare a sé stesso, alle sue attività personali o alla sua famiglia;
- I danni alla salute, causati dallo stress prolungato. Gli effetti di un burnout possono essere diversi, come infarti, ictus, ansia, depressione e disturbi psichici.
Lavoro straordinario oltre i limiti: può la maggiore retribuzione escludere il risarcimento?
Quando viene erogato un risarcimento, vuol dire che è stato commesso un illecito, In questo caso, consiste nella richiesta al lavoratore dipendente di svolgere prestazioni lavorative eccedenti al suo orario lavorativo, ben oltre ai limiti specificati dalla legge.
Per questo, la maggiorazione retributiva, presente per gli straordinari, non può essere considerata come un risarcimento, neanche in caso di consenso da parte del lavoratore.
Poiché c’è stato un danno, allora deve essere erogato un risarcimento. Proprio come specificato dal Tribunale di Milano, con la sentenza dell’8 agosto 2022: in quel caso, il datore di lavoro ha dovuto risarcire il dipendente, che aveva lavorato senza fruire dei riposi e per un orario giornaliero eccedente i limiti legali.
La mancata fruizione del riposo giornaliero o quello settimanale rappresentano un danno patrimoniale per il lavoratore, che gli va riconosciuto, anche se ha usufruito di un compenso maggiorato per le ore svolte in più.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it