manovra-2024-pensioni-dipendenti-pubbliciEcco quali sono le ultime novità, dopo le polemiche delle ultime settimane, in materia di pensioni dei dipendenti pubblici all’interno della manovra 2024.


Il Governo ha presentato ieri un pacchetto di emendamenti alla Legge di bilancio, compreso uno che apporta importanti cambiamenti alle norme sulle pensioni dei dipendenti pubblici.

L’emendamento in questione rappresenta un parziale dietrofront sulla revisione delle aliquote di rendimento previdenziali per le pensioni liquidate a partire dal 1° gennaio 2024.

Scopriamo dunque quali sono queste ultime modifiche.

Il caso

Aveva molto fatto discutere la previsione contenuta all’interno dell’art.33 della Legge di Bilancio 2024, che prevede la rivalutazione delle aliquote di calcolo, nei trattamenti liquidati a partire dal 1° gennaio, per anzianità inferiori ai 15 anni.

La norma, in particolare, introduce tagli importanti per gli assegni previdenziali.

Secondo i calcoli, il Governo con il taglio andrebbe a risparmiare circa 21 miliardi di euro fino al 2043. Nel testo precedente della manovra si spiega anche che, nel 2025, l’impatto pro capite annuale del ricalcolo della quota contributiva dell’assegno varrebbe 815 euro e 530 euro, rispettivamente al lordo e al netto della fiscalità.

Nel 2028, invece, i due valori salirebbero a 1443 euro e 938 euro, aumentando costantemente fino al 2043, quando arriverebbero a 4785 euro al lordo e 3110 euro, al netto della fiscalità.

Manovra 2024: cosa cambia adesso per le pensioni dei dipendenti pubblici

Ma il nuovo emendamento adesso sembra quantomeno cambiare alcune cose: si tratta ovviamente soltanto, come abbiamo anticipato, di un dietrofont parziale.

E al momento si tratta solo di un emendamento che potrebbe essere ulteriormente modificato prima dell’approvazione definitiva della manovra.

Pensionamento anticipato

La modifica principale si concentra su una restrizione nell’applicazione delle nuove norme di pensionamento anticipato, e questa restrizione è indipendente dall’età anagrafica dei lavoratori coinvolti. In pratica, significa che la nuova regolamentazione si applicherà solo ai casi di pensionamento anticipato e non coinvolgerà coloro che rispettano determinati criteri.

Questa restrizione non influenzerà chi è già idoneo per andare in pensione entro il 31 dicembre 2023. Inoltre, i lavoratori che terminano il servizio perché raggiungono i limiti di età stabiliti dalle normative o che vengono collocati a riposo d’ufficio per aver raggiunto l’anzianità massima di servizio prevista non saranno coinvolti nelle nuove disposizioni.

Questa scelta sembra mirare a bilanciare le nuove disposizioni, garantendo che impattino solo su determinate situazioni senza creare disturbi per chi sta per andare in pensione in conformità con le norme attuali.

Attenuazione anche per chi ritarda l’accesso alla pensione

L”emendamento prevede un’attenuazione della riduzione del trattamento pensionistico per coloro che ritardano l’accesso alla pensione. Questa attenuazione è calcolata come un trentaseiesimo (1/36) per ogni mese di ritardo rispetto alla prima data possibile di pensionamento. In pratica, per ogni mese in più che un lavoratore decide di lavorare prima di andare in pensione, la riduzione del trattamento pensionistico sarà meno severa.

In altre parole, coloro che scelgono di ritardare il pensionamento avranno una penalizzazione meno significativa sul trattamento pensionistico mensile.

Modifica alle decorrenze

Inoltre i soggetti iscritti alle casse pensionistiche per i dipendenti degli Enti locali, per i sanitari, per gli insegnanti di asilo e di scuole elementari, e per gli ufficiali giudiziari, vedranno una posticipazione della decorrenza in base al soddisfacimento dei requisiti nei prossimi anni.

Questo significa che se un lavoratore soddisfa i requisiti per il pensionamento anticipato nel 2025, avrà una posticipazione di un mese rispetto alla decorrenza standard. Nel 2026, la posticipazione sarà di due mesi, nel 2027 sarà di quattro mesi, e dal 1° gennaio 2028 sarà di sei mesi.

Questa revisione del sistema di decorrenze sembra essere finalizzata a ritardare l’accesso alla pensione anticipata in modo graduale nel corso degli anni successivi. Si tratta di un approccio che potrebbe essere interpretato come un tentativo di incentivare una maggiore permanenza nella forza lavoro prima del pensionamento, fornendo al contempo una pianificazione chiara per coloro che desiderano ritardare il pensionamento e beneficiare di condizioni più favorevoli.

Il testo completo dell’emendamento

Potete consultarlo qui.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it