Si tratta di un vero e proprio paradosso: circa 35 mila soggetti vincitori di un concorso per un posto nella Pubblica amministrazione sono ancora in attesa di un’assunzione.
Questa situazione rappresenta un problema che richiede un’azione immediata da parte del governo. Nel peggiore dei casi, quasi 20.000 di questi individui rischiano di vedere scadere la loro possibilità di essere assunti tra febbraio e maggio 2024. Questa situazione non solo comporterebbe uno spreco di risorse, ma causerebbe anche una grande delusione tra coloro che hanno puntato sulla prospettiva di un lavoro nel settore pubblico.
A sollevare la questione è il “Comitato Idonei Funzionari Amministrativi“ (Cifa), il quale sta minacciando di organizzare proteste se il governo non risolve questa situazione. La richiesta principale del Cifa è di avviare una campagna di assunzioni per porre rimedio a questa problematica.
In 35 mila hanno vinto un concorso ma sono ancora senza lavoro
Secondo la normativa attuale una volta conclusa la procedura concorsuale, viene redatta una graduatoria in base ai risultati delle prove d’esame stabilite dal bando. Questa graduatoria finale distingue chiaramente tra:
- vincitori: coloro che sono inclusi nel numero dei posti banditi e, pertanto, vengono assunti immediatamente;
- idonei: candidati che, pur avendo superato con successo le prove d’esame, non si collocano tra i vincitori perché i posti disponibili sono limitati.
La distinzione tra vincitore e idoneo comporta che solo chi viene inserito in graduatoria come vincitore ha un vero e proprio diritto all’assunzione. Questi avrà la chiamata non appena l’amministrazione avrà concluso la procedura di reclutamento, altrimenti potrà ricorrere al Giudice del lavoro per far valere il suo diritto.
Gli “idonei” pertanto sono coloro che hanno hanno superato gli esami di selezione, ma il loro punteggio non è sufficiente per ottenere un posto di lavoro immediatamente. Di conseguenza, si trovano in una sorta di “limbo” occupazionale.
La situazione, come abbiamo anticipato sopra, è molto grave se si pensa che su 35 mila idonei ben 20 mila rischiano di veder sfumare le proprie speranze di un posto nel pubblico impiego.
Questo perché secondo l’art. 35, comma 5ter del D.Lgs. 165/2001 (Testo unico sul pubblico impiego) le graduatorie per il reclutamento del personale nelle amministrazioni pubbliche rimangono in vigore per un termine di due anni dalla loro approvazione. Decorsi i due anni, quindi, la graduatoria scade.
La carenza di personale
E inoltre la questione assume un’ulteriore rilevanza se si considera che la Pubblica Amministrazione è già afflitta da una carenza endemica di personale.
Questa carenza rende difficile per le istituzioni affrontare le sfide della tecnologia e mantenere un servizio efficiente per i cittadini. La mancanza di personale è un problema che richiede soluzioni immediate, specialmente alla luce del fatto che il settore pubblico è destinato a vedere un considerevole numero di pensionamenti entro il 2026, secondo le stime dei sindacati.
Questo problema va affrontato con urgenza, in particolare considerando le sfide poste dalla tecnologia e la necessità di rinnovare il personale.
La proposta del Cifa è quindi di agire subito per evitare lo spreco di risorse e per non deludere queste persone. La situazione è ulteriormente complicata dal rischio che, in futuro, si possano indire nuovi concorsi, con conseguenti ulteriori costi per le finanze pubbliche: serve pertanto un intervento rapido per sbloccare le assunzioni per tutti gli idonei.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it