Trattamenti economici accessori costo della vita propostaArriva la proposta che prevede una regolazione dei trattamenti economici accessori, in base al costo della vita: ecco cosa sappiamo.


Il costo della vita è sempre più alto e spesso gli stipendi non riescono stare al passo.

Dalla Lega, arriva la proposta di “utilizzare il parametro del costo della vita nell’attribuzione dei trattamenti economici accessori, ai dipendenti pubblici e privati”.

Vediamo allora di cosa si tratta nello specifico.

Trattamenti economici accessori e costo della vita: com’è strutturata la proposta di legge

Il partito della Lega ha presentato un disegno di legge

“per dare la possibilità alla contrattazione di secondo livello, territoriale e aziendale, di utilizzare il parametro del costo della vita, oltre a quelli già previsti per legge, nell’attribuzione dei trattamenti economici accessori ai dipendenti pubblici e privati”.

Ad annunciarlo è stato il senatore Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega a Palazzo Madama.
Come spiegato

“Parliamo infatti di trattamenti economici accessori, che possono essere così riconosciuti ai dipendenti valutando anche il diverso impatto che l’incremento dei costi dei beni essenziali ha sui cittadini, così come si evince dagli indici Istat”.

Il motivo è anche nelle disparità dei territori: nelle grandi città, ad esempio, l’inflazione ha effetti differenti, rispetto ad altre zone del Paese.
In questo modo, si attribuirebbe una somma differenziata, in base al luogo in cui ha sede l’azienda, prevedendo per i datori di lavoro privati un credito d’imposta, per le spese sostenute.

Ovviamente bisogna chiarire che non si tratta degli stipendi, ma dei trattamenti economici accessori, ovvero quelli collegati alla performance individuale, a quella organizzativa e all’effettivo svolgimento di attività particolarmente disagiate, ovvero pericolose o dannose per la salute. Con la proposta, si attribuirebbe anche il costo della vita sui beni essenziali, tra i fattori influenti.

La proposta, come detto dal capogruppo della Lega, andrebbe a rafforzare la contrattazione di secondo livello (ovvero quella territoriale o aziendale), senza toccare i contratti collettivi nazionali.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it