condanna-mimmo-lucanoL’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, vede la sua condanna ridotta e ribaltata nella causa d’appello: ecco quali sono state le conclusioni dei giudici.


Si tratta di una decisione che giunge nel bel mezzo di un caso che negli ultimi anni ha catturato l’attenzione di molte persone in tutto il mondo, anche per la delicatezza dei temi in ballo: quelli dell’accoglienza e della solidarietà.

La Procura di Locri aveva infatti sostenuto che Lucano era il promotore di un’associazione a delinquere con lo scopo di commettere una serie di reati legati all’amministrazione pubblica e all’accoglienza dei rifugiati. E il Tribunale di Locri, successivamente, aveva inflitto a Lucano una condanna di 13 anni e 2 mesi.

Il nuovo verdetto, invece, cambia decisamente le carte in tavola e ribalta le prime decisioni giuridiche. E si tratta senz’altro di una decisione che rappresenta un punto di svolta nel processo Xenia, che inizialmente aveva gettato ombre sulla figura di Lucano.

Ridotta la condanna all’ex sindaco Mimmo Lucano: cosa sostiene la Sentenza

Dopo otto ore di camera di consiglio, la Corte d’appello di Reggio Calabria ha così ridotto la condanna di Lucano a un anno e sei mesi, con pena sospesa.

La sentenza del Tribunale di Locri, che aveva riconosciuto colpevole l’ex Sindaco del Comune di Riace per vari reati, tra cui associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio, è stata completamente stravolta.

Inoltre va anche aggiunto che la Corte d’appello ha assolto Lucano dai reati più gravi, così come tutti gli altri 17 imputati.

Le reazioni

Mimmo Lucano, ex sindaco del piccolo comune di poco meno di duemila anime in provincia di Reggio Calabria per quasi tre legislature, è ora libero dalle accuse più “pesanti” che avevano messo in dubbio la sua dedizione all’accoglienza e all’integrazione.

L’annuncio della sentenza ha scatenato gioia e sollievo in aula, con un abbraccio collettivo tra avvocati, giornalisti e il pubblico presente.

Parlando con il quotidiano Repubblica, ha espresso il desiderio di tornare in politica e sognare un’Italia diversa, dove l’umanità e la solidarietà non siano più ostacolate.

I difensori di Lucano, gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Pisapia, hanno sottolineato l’accanimento e lo stravolgimento dei fatti nel processo, chiedendo l’assoluzione per il loro assistito. Nelle motivazioni d’appello, hanno denunciato una lettura distorta dei fatti e l’uso distorto delle intercettazioni per giungere a una condanna a tutti i costi.

Con la sentenza di appello, si è così giunto al termine di un lungo processo giudiziario che ha accompagnato la vita di Mimmo Lucano per diversi anni. Ora, con il verdetto a suo favore, Lucano può guardare al futuro con speranza e considerare nuove opportunità, nell’ottica di realizzare il cambiamento che auspica per l’Italia.

Arrivano comunque sia anche le reazioni di tono decisamente diverso, come quella del vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi: A Mimmo Lucano auguro che la Cassazione cancelli anche la condanna residua ma lui è colpevole politicamente di avere proposto un modello di accoglienza insostenibile. La condanna di primo grado – prosegue – mi era sembrata sproporzionata in un Paese nel quale spesso per omicidi si prendono pene irrisorie ma, ripeto, sarei felicissimo sinceramente se Lucano fosse assolto al terzo grado.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it