Ipotesi Bonus benzina redditi bassiPer poter contrastare il caro-carburanti, il Governo ha lanciato l’ipotesi di un Bonus benzina per i redditi bassi: ecco di cosa si tratta.


Il caro-benzina ha delineato quest’estate 2023, con prezzi che sono arrivati anche a 2,722 euro al litro, nella settimana di Ferragosto.

L’idea di un nuovo taglio delle accise è stata accantonata, come ribadito dal Ministro del Made in Italy Adolfo Urso, perché servirebbero 13 miliardi di euro per la misura, che saranno utilizzati per il taglio al cuneo fiscale.

L’obiettivo è quello di aiutare le famiglie con redditi bassi, se il prezzo dovesse mantenersi ai prezzi attuali o aumentare ancora.

Come dichiarato dal Ministro, infatti:

“Se il prezzo medio dovesse mantenersi ai livelli attuali, o peggio aumentare ancora, ci porremo il problema per aiutare le famiglie più numerose e chi ha redditi più bassi”.

Vediamo quali sono le ipotesi.

Ipotesi Bonus benzina redditi bassi: ecco di cosa si tratterebbe

L’intento del Governo sarebbe quello d’intervenire sulle difficoltà del singolo cittadino e non sui costi al distributore. Le risorse sono poche, infatti, per un nuovo taglio delle accise e devono essere convogliate sul taglio al cuneo fiscale. Il taglio delle accise, simile a quello fatto dal Governo Draghi, costerebbe circa un miliardo di euro al mese.

L’idea del Governo sarebbe quella d’introdurre un Bonus benzina per le famiglie con redditi bassi, simile alla Carta Dedicata a te per l’acquisto di beni di prima necessità.
La misura scatterebbe solamente se l’andamento dei prezzi della benzina rimanesse quello attuale o aumentassero i costi.

Con l’aumento del petrolio e dei rifornimenti, il Governo ha incassato, fino ad oggi, più di due miliardi di euro di Iva, in più del previsto. Queste risorse potrebbero essere impiegate per l’istituzione del Bonus.

Ipotesi Bonus benzina redditi bassiLe altre ipotesi

Altra ipotesi possibile sarebbe l’istituzione di un nuovo Bonus anti-inflazione da 150 euro, stabilito dal Decreto Aiuti-Ter lo scorso anno e, in parte, versato questo mese.
Una misura del genere costerebbe circa due miliardi di euro, una cifra molto simile a quella incassata dallo Stato col gettito extra dell’Iva.

Inoltre, potrebbe essere applicata la “sforbiciata delle accise”, una misura presente nel decreto Trasparenza, approvato ad inizio anno, che ha imposto ai distributori di esporre il prezzo medio dei carburanti.

La misura prevedrebbe un meccanismo di accisa mobile, ovvero un sistema per tagliare automaticamente il prezzo della benzina, col progredire dei costi del petrolio. Ma si tratta di un sistema che costa molto, che farebbe ottenere poco ai cittadini, perché, per ogni aumento di 10 centesimi della benzina, il taglio dell’accisa si limiterebbe a poco più di 2 centesimi.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it