La Corte dei Conti denuncia diversi ritardi sul PNRR, da parte dell’Italia e il mancato raggiungimento degli obiettivi. Sono a rischio i fondi?
Ritardi Italia PNRR: si complica la situazione per il nostro Paese, in ambito di PNRR.
Come testimoniato dalla Corte dei Conti, l’Italia è in ritardo su diversi obiettivi e misure.
Il primo obiettivo sarà quello di ottenere il via libera alla seconda rata del 2022 e poi si chiederà una proroga di due mesi, per una completa revisione del Recovery Plan.
Vediamo la situazione nel dettaglio.
Ritardi Italia PNRR: una panoramica della situazione
La Corte dei Conti ha presentato la seconda relazione sullo stato di attuazione del PNRR.
L’Italia è riuscita ad ottenere fondi di grande portata ma, secondo le analisi, le spese sono state modeste: dei 67 miliardi di euro già incassati (ai quali vanno aggiunti i 21,8 miliardi di euro della terza tranche, richiesta dal Governo lo scorso 30 dicembre 2022), sono stati spesi solo 23 miliardi di euro.
Da Bruxelles, si assicura che la richiesta di un’ulteriore proroga “non è inusuale” e che già altri Paesi l’hanno richiesta. Inoltre, la Commissione europea ha affermato di apprezzare i progressi compiuti dall’Italia, nelle ultime settimane.
Ma la situazione rimane grave: ci sono ritardi per un progetto su due e i pagamenti sono arrivati solo al 70% delle imprese.
Come affermato da Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari Europei, alcuni obiettivi non sono realizzabili entro il 2026:
“Se noi oggi capiamo, e lo possiamo capire anche da questa Relazione, che alcuni interventi da qui al 30 giugno 2026 non possono essere realizzati, ed è matematico, è scientifico che sia così, dobbiamo dirlo con chiarezza e non aspettare il 2025 per aprire il dibattito su di chi sia la colpa”.
Ritardi Italia PNRR: le maggiori difficoltà per il raggiungimento degli obiettivi
Come riepilogato da Il Sole 24 Ore, ci sono alcuni ostacoli che frenano il PNRR. Eccone alcuni:
- L’attuazione finanziaria: l’Italia, finora, ha speso solo 23 miliardi di euro dei 120 di dotazione e, tolti i crediti d’imposta, si scende a 10 miliardi;
- La selezione e i bandi: ci sono forti ritardi per gli asili nido e le scuole d’infanzia, oltre alla scarsità di progetti nei comuni del Sud;
- L’aumento dei prezzi: con l’inflazione, si è alzato il costo delle materie prime, influendo sullo sviluppo di cantieri e appalti;
- Il Sistema Regis, che dovrebbe monitorare lo stato d’attuazione del PNRR, ma che è troppo diversificato da ministero a ministero;
- Il problema degli anticipi: le imprese che si aggiudicano gli appalti possono chiedere anticipi fino al 30% per la realizzazione delle opere, ma gli acconti del Mef si limitano al 10%, creando dei problemi di liquidità alle aziende.
Ritardi Italia PNRR: la discussione sul Governo precedente
Nei giorni scorsi c’è stata tensione col Governo precedente.
Inizialmente, la premier Meloni aveva attaccato il Governo Draghi, per aver richiesto un gran numero di fondi, che difficilmente erano alla portata dell’Italia.
In seguito, la Premier ha corretto il tiro, durante una chiamata con l’ex Presidente del Consiglio Draghi, attribuendo la responsabilità all’Europa che, secondo il suo punto di vista, è ostile coi sovranisti, mentre era molto meno rigida col governo precedente.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it