Una delle materie più discusse delle ultime settimane è quella relativa alla riforma delle intercettazioni: sulle proposte normative arriva anche il parere dell’Ordine dei Giornalisti.
Il dibattito è esploso all’indomani dell’arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro, con il Ministro Nordio che aveva annunciato, in una relazione al Senato novità in tema di intercettazioni: “Andremo avanti sino in fondo, non vacilleremo e non esiteremo. La rivoluzione copernicana sull’abuso delle intercettazioni è un punto fermo del nostro programma […] L’articolo 15 della Costituzione dice che la libertà delle conversazioni è sacra e involabile e può essere limitata eccezionalmente dall’autorità giudiziaria.”
Nordio, aveva poi indicato come rappresenta un abuso delle intercettazioni “far finire sui giornali, magari manipolate e selezionate, conversazioni di persone totalmente estranee alle indagini“.
Qui di seguito potete rivedere il video della relazione del Ministro:
Riforma delle intercettazioni: il parere dell’Ordine dei Giornalisti
A queste dichiarazioni delle scorse settimane ha adesso risposto il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli, intervenuto al Senato presso la Commissione Giustizia.
Ecco alcuni dei passaggi salienti del suo intervento.
“Oggi la materia delle intercettazioni è regolamentata dal decreto legislativo 216 del 2017 che prevede il divieto di pubblicazione delle intercettazioni di fatti strettamente privati oppure penalmente irrilevanti. Ciò che i giornali pubblicano, quindi, non è ottenuto in maniera abusiva, ma acquisito in modo regolare; non si tratta di atti coperti da segreto, ma inseriti nelle ordinanze di custodia o già depositati ai processi.
Introdurre ulteriori limitazioni su atti che sono comunque sono pubblici e già “filtrati” o comunque depurati da elementi non rilevanti, vorrebbe dire sottrarre informazioni preziose per ricostruire vicende di importanza pubblica.
Numerose sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo hanno stabilito la possibilità dei giornalisti di pubblicare le intercettazioni quando vi sia un interesse pubblico.
Sul delicato tema si è espresso anche il Garante della privacy, indicando le modalità con cui le testate giornalistiche possono pubblicare il materiale intercettato, indicazioni che convergono sostanzialmente con quanto stabilito dal codice deontologico dei giornalisti per quanto riguarda il rispetto delle persone.
Chiediamo che ci vengano dati strumenti normativi per adeguare il meccanismo della disciplina, fermo a sessanta anni fa, e riteniamo utile l’istituzione di un Giurì dell’informazione per intervenire rapidamente sui casi. Soprattutto chiediamo al legislatore di offrire alla professione giornalistica strumenti di autoregolamentazione più efficaci che ci consentano di essere al passo dei tempi. Non si può stabilire tutto per legge su temi che riguardano situazioni molto specifiche.
Ci auguriamo, comunque, che il Parlamento non voglia restringere ulteriormente l’accesso alle informazioni necessarie all’opinione pubblica, impedendo di far conoscere eventi e comportamenti di interesse pubblico.”
Qui di seguito potete consultare il testo completo dell’audizione del presidente dell’ODG Carlo Bartoli.
Il video delle audizioni sul tema delle intercettazioni al Senato
Qui di seguito potete vedere il video completo delle audizioni nell’ambito del seguito dell’indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it