Si moltiplicano i Comuni che decidono di estendere il limite di velocità a 30 all’ora sulle proprie strade. Ecco quali sono.
Nelle strade dei capoluoghi italiani, il limite a 30 all’ora si estende già per 2700 chilometri di strade.
Un esempio è la città di Milano, nella quale il limite è esteso per 283 chilometri di manto stradale. Il Consiglio Comunale, inoltre, ha annunciato l’intento di estenderlo per tutta la città, dal 1° gennaio 2024, escluse alcune vie a scorrimento veloce.
Ma la decisione ha sollevato non poche polemiche. Ecco nel dettaglio.
Limite di velocità 30 all’ora: la situazione a Milano
Il 9 gennaio scorso, il Consiglio Comunale di Milano ha avanzato al proposta di estendere il limite di velocità a 30km/h su tutte le strade cittadine, a partire dal 2024.
Una decisione che ha riscosso diverse polemiche: per questo, il sindaco Beppe Sala ha annunciato un dietrofront, spiegando che ci saranno delle verifiche, per capire dove si potrà applicare, ma sicuramente non su tutte le strade della città.
Limite di velocità 30 all’ora: la situazione in Italia
Il limite nazionale è fissato a 50km/h per il traffico nei centri urbani. Nelle zone più centrali delle città, invece, la velocità viene limitata con delibere comunali, per poter contenere i rischi di incidenti stradali, rallentare il traffico e aumentare la sicurezza.
Legambiente ha stilato un report coi dati raccolti nel 2021, su 66 città italiane, per una mappatura dei limiti di velocità.
Tra gli esempi più virtuosi, ci sono:
- Verbania, con 170 metri a 30 all’ora ogni cento abitanti;
- Cesena, Bergamo e Treviso, con 100 metri a 30 all’ora, ogni cento abitanti.
Le stime scendono con città come Firenze e Torino, con 35 metri ogni 100 abitanti e Milano, con 20 metri ogni 100 abitanti.
Roma, invece, non ha risposto al questionario di Legambiente, a causa delle difficoltà di reperire i dati dai singoli municipi. Ma nella Capitale, esistono già zone nelle quali il traffico è limitato a 30km/h, come i Fori Imperiali, via Labicana e Ostia Antica.
L’obiettivo è quello di rallentare il traffico ulteriormente, per rispondere alle richieste del Parlamento europeo, espresse nella risoluzione del 6 ottobre 2021.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it