infermiere-lavoro-usuranteTra gli emendamenti alla Legge di Bilancio 2023 uno interessa particolarmente il mondo della sanità: la figura di infermiere sarà considerata in futuro un lavoro usurante?


Si tratta di un argomento al centro dell’agenda già dall’inizio dell’anno: lo scorso febbraio la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), in audizione alla Commissione Lavoro del Senato, avev agià espresso la sua posizione.

In particolare si sentiva la necessità di considerare il lavoro degli infermieri come un lavoro usurante e non “gravoso”, come è stato finora catalogato e togliendo alla categoria una serie di facilitazioni organizzative e previdenziali.”

Già prima della pandemia, a certificare la complessità del lavoro svolto dall’Infermiere e il carico di lavoro usurante, una ricerca del Cergas Bocconi ha delineato come l’11,8% degli organici di Asl e ospedali – e tra questi il 16% circa degli infermieri in servizio – presenta inidoneità fisiche che ne limitano la mansione svolta e di questi il 7,8% presenta inidoneità parziali permanenti.

Tutto questo ha visto un peggioramento nel periodo pandemico e ha inoltre portato burnout e stress psico-fisico: durante il COVID-19 queste sintomatologie hanno colpito tra il 30 e il 50% degli operatori sanitari.

Da tutte queste considerazioni si sono sviluppate nel tempo una serie di proposte per andare in questa direzione, che adesso tornano alla Camera sotto forma di emendamento alla Manovra 2023.

L’infermiere considerato un lavoro usurante? Ecco l’emendamento

Ad annunciare la presentazione dell’emendamento la capogruppo del M5S in commissione Lavoro e Sanità al Senato, Barbara Guidolin:

“Presenterò un emendamento alla legge di Bilancio per inserire gli infermieri e gli Oss (operatori socio-sanitari) fra i lavori usuranti. Un emendamento che ricalca un disegno di legge che ho presentato sia nella scorsa sia in questa legislatura […] Trovo che si tratti di un atto dovuto dopo il fondamentale contributo che infermieri e Oss hanno dato durante la pandemia, e che tutt’ora stanno dando.”.

In sintesi il riconoscimento del lavoro usurante consentirebbe ad infermieri e Oss di usufruire della pensione di anzianità con un minimo di 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi più la quota di 97,6 (dato dalla somma dell’età e dell’anzianità di servizio).

 

 


Fonte: articolo di Giuseppe Orefice