inflazione città italiane 2022Il rincaro dei prezzi ha colpito trasversalmente l’Europa e l’Italia, ma in alcune città si spende di più rispetto ad altre: ecco i dettagli dell’inflazione delle città italiane 2022.


Inflazione città italiane 2022: la guerra in Ucraina e la crisi energetica hanno messo in ginocchio l’Italia e l’Europa.

Secondo l’Istat, ad agosto l’Italia ha raggiunto il record per l’inflazione dal 1985, con aumenti su tutto: energia, gas, benzina e anche beni di prima necessità.

Il tutto ha colpito notevolmente il potere d’acquisto delle famiglie, che ora si trovano in difficoltà anche a fare la spesa.

Vediamo tutti i dettagli sull’inflazione delle città italiane 2022.

Inflazione città italiane 2022: quali aumenti ci sono stati

Come rivelato dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha subito un aumento dello 0,8% su base mensile e dell’8,4% su base annua.

Secondo i dati di Coldiretti, invece, ci sono stati aumenti su tutti i generi alimentari:

  • Pane (+14%);
  • Yogurt (+12%);
  • Burro (+34%);
  • Salumi (+7%);
  • Margarina (+24%);
  • Farina (+23%);
  • Riso e pasta (+22%);
  • Latte conservato (+19%);
  • Carne di pollo (+16%);
  • Uova (+15%).

In media, un nucleo famigliare composto da 4 persone, si ritrova sul conto 175 euro in più, rispetto allo scorso anno, per la sola spesa di pane e cereali.inflazione città italiane 2022

Inflazione città italiane 2022: la differenza tra le varie città

Il Codacons ha anche presentato un report sui prezzi di alcuni prodotti alimentari, confrontandoli tra dieci capoluoghi regionali: Palermo, Cagliari, Bari, Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Milano, Torino e Venezia.

Ad esempio, un chilo di pane a Venezia costa 5,83 euro, mentre a Napoli 2,16 euro. Torino è la città dove si spende di più per il latte (1,81 euro al litro), mentre il prezzo più basso lo troviamo a Venezia (1,24 euro). Cagliari, invece, è al primo posto per il costo della pasta (2,25 euro al kg), mentre Bologna è la città dove è più cara la carne rossa (22,53 euro al kg).

Secondo Assoutenti, c’è bisogno di un intervento urgente per tagliare l’Iva sui beni di prima necessità, a partire dai prodotti alimentari.

Il Presidente Furio Truzzi ha detto:

“Da mesi denunciamo come i prezzi dei generi alimentari abbiano raggiunto in Italia livelli insostenibili. Un allarme confermato anche dall’Istat che, ad agosto, registra per la voce alimentari un’inflazione del 10,5%. Ciò equivale ad una maggiore spesa annua, solo per il cibo, pari a +786 euro per una famiglia con due figli”.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it