rincari-gas-confindustria-razionamentoTorna sulla scena lo spettro del razionamento: per superare la crisi energetica e i rincari incontrollati sul gas arriva la “panacea” indicata da Confindustria, che illustra un possibile piano di emergenza.


Davanti allo scenario critico, l’Europa sta già preparando un piano in vista dell’inverno.

Infatti, oltre alla situazione di crisi post-pandemica ormai risulta un dato di fatto che la Russia potrebbe decidere di vietare totalmente le forniture di gas all’Europa. In tutto questo emerge anche il rischio che i prezzi delle materie prime salgano ulteriormente.

Ricordiamo che lunedì il prezzo del gas è schizzato in alto raggiungendo anche un +21%. 

Quindi è una corsa continua alle soluzioni da attuare per evitare che quest’Inverno la situazione diventi ancora più insostenibile.

Per questo motivo l’ufficio studi di Confindustria ha delineato la propria “medicina” per curare questi “mali”. Scopriamo quali sono le proposte messe sul tavolo.

Rincari gas: Confindustria illustra il piano di razionamento

Il terrore per molti cittadini europei è quello di passare l’inverno “al freddo”.

Ovviamente tutti stanno tentando di scongiurare questo pericolo, ma servono soluzioni e così Confindustria ha pensato di illustrare le proprie.

Sebbene il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha detto a luglio che l’Italia ha reperito 25 miliardi di metri cubi da diversi fornitori per sostituire Gazprom, il nostro Paese dipende ancora dalla Russia per 10 miliardi di metri cubi.

E questo ci riporta alle possibili conseguenze di un veto totale della Russia a condividere le proprie risorse con l’Europa per quest’inverno.

Confindustria chiede dunque, in primo luogo, al Governo di salvaguardare le imprese, in particolare le energivore. Questo per il fatto che il piano di emergenza europeo potrebbe obbligare a sospendere temporaneamente le forniture alle aziende più energivore.

Secondo i dati del centro studi, abbassare fino a tre gradi la temperatura di tutto il settore civile porterebbe a un risparmio di circa 30 milioni di metri cubi al giorno, un dato che corrisponde al 50% del consumo medio giornaliero di tutto il settore industriale.

Ma non solo: far ridurre i consumi di famiglie e imprese porterebbe  all’obiettivo di abbassare la domanda di metano, portando quindi il mercato a un calo del costo del gas.

I possibili livelli di emergenza illustrati già dal Governo Draghi la scorsa primavera

Il piano di Confindustria sembrerebbe essere suffragato anche dal piano che in primavera aveva già predisposto il governo Draghi.

Un piano che se poteva sembrare temporaneo in quel periodo adesso potrebbe purtroppo prefissarsi come piano a lungo termine.

In sintesi misure prevedono diversi livelli di emergenza, a seconda dell’aggravarsi della situazione.

Lo scenario più grave prevederebbe:

  • gli uffici pubblici potrebbero chiudere in anticipo e anche ai negozi potrebbe essere chiesto di serrare le porte entro le 19. I locali, invece, non dovrebbero restare aperti oltre le 23. Ricordiamo che è già in atto dal piano la riduzione della temperatura negli uffici pubblici che non potrà essere superiore a 19°C in inverno e inferiore ai 27°C in estate
  • nelle case private le temperature dovranno essere ridotte di 2°C e verrebbe limitato anche l’orario d’accensione
  • ai Comuni potrebbe essere chiesto di ridurre l’illuminazione pubblica nelle strade e sui monumenti fino al 40% dei consumi totali.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it