Ha fatto molta notizia il video sul caso Bakayoko del Milan, perquisito in maniera apparentemente poco ortodossa a un posto di blocco: ma il sindacato Siulp difende l’operato della Polizia.
Nel video, diventato virale, il calciatore del Milan Tiémoué Bakayoko, francese di origini ivoriane, veniva fermato ad un controllo di polizia, assieme ad un amico, con le pistole spianate dagli agenti.
Potete guardare il video all’interno di questo articolo.
In Rete è scoppiata subito la polemica: gli utenti hanno infatti polemizzato e si sono indignati per l’operato degli agenti, accusandoli anche di “razzismo”.
Adesso, in una dichiarazione rilasciata a mezzo stampa, il Siulp, il sindacato più rappresentativo fra i poliziotti difende l’operato della Polizia di Stato, condannando il web che vuole solo “gettare discredito sui poliziotti“.
Il sindacato Siulp difende la Polizia sul caso Bakayoko del Milan
Qui di seguito riportiamo il testo completo della dichiarazione rilasciata alla stampa da Paolo Magrone, segretario generale del Siulp:
“Il Siulp milanese si congratula con i colleghi della volante che oggi hanno fermato per un controllo un SUV con a bordo due persone.
Il controllo è stato effettuato poiché da poco, nelle vicinanze di Corso Como, si era consumata una sparatoria tra due gruppi di persone straniere.
Gli agenti hanno bloccato con particolare attenzione il veicolo che nelle fattezze corrispondeva a quello presumibilmente coinvolto nella sparatoria.
Come da regolamento avevano le armi in pugno e tenevano sotto tiro i due uomini fermati. Si scoprirà di lì a poco che una delle due persone controllate era il calciatore Bakayoko, insieme ad un conoscente.
Ci congratuliamo per la meticolosità dell’operazione che ha visto coinvolti poliziotti giovanissimi ma preparati e ha mostrato ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, quanto sia importante il fattore umano per la sorveglianza del territorio.
Ci ricordiamo ancora di quando, tempo fa, nei pressi della stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni, una pattuglia si scontrò con un pericoloso terrorista, poi rimasto ucciso. Allora gli agenti vennero chiamati eroi, oggi sono diventati dei razzisti, per di più sprovveduti.
Miracoli del web e di chi non riesce a fare a meno di gettare discredito sulle forze dell’ordine. Bravissimi ragazzi. Siete l’orgoglio di questo Paese”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it