Oggi, 30 giugno 2022 è la data da tenere a mente: scattano le sanzioni agli esercenti che non rispettano l’obbligo di utilizzo del Pos.
Ricordiamo che qualche settimana fa il CdM ha fissato l’anticipazione al prossimo 30 giugno, rispetto alla scadenza fissata in precedenza al primo gennaio 2023, della multa per gli esercenti che non dovessero accettare pagamenti con carte di credito e di debito.
La misura fa parte del “pacchetto” di norme fiscali inserite in un decreto di attuazione di alcuni obiettivi del Pnrr approvato dal Consiglio dei ministri.
Scopriamo dunque tutte le informazioni utili.
Chi deve dotarsi del Pos?
La misura verrà applicata a tutti coloro che già dovrebbero accettare carta e bancomat con un Pos.
Questo significa che la norma riguarda chiunque offre prodotti e servizi al pubblico.
Quali sono i soggetti tenuti a dotarsi di un terminale di pagamento?
La lista è molto ampia perché la legge attualmente si riferisce ai “soggetti che effettuano attività di vendita e prestazione di servizi anche professionali.
Quindi in pratica l’obbligo si estende a:
- commercianti
- tabaccai
- artigiani
- attività di ristorazione
- professionisti che esercitano in proprio e hanno un rapporto diretto con il cliente (ad esempio: avvocati, notai, commercialisti, medici)
- attività ricettive come hotel, B&B e agriturismi.
Esercenti quindi, ma anche professionisti come medici, avvocati, tassisti.
Obbligo di Pos: tutte le sanzioni dopo il 30 giugno 2022
L’obbligo di accettare il pagamento elettronico, di qualsiasi importo si tratti, era già stato introdotto dal Decreto-legge 124/2019. Inizialmente fu il Governo Monti, con il Decreto Crescita 2.0, a stabilirlo, ma fissando la soglia a 30,00€ (al di sotto l’esercente poteva anche rifiutarsi).
Poi c’è stato il Governo Renzi che ha ridotto il limite a 5,00€ e poi, come visto, questa soglia è stata del tutto cancellata.
Allo stato attuale dunque l’importo della sanzione rimane fermo a 30 euro, più il 4% del valore della transazione.
Per intenderci, in caso di rifiuto di accettare il pagamento con POS di un caffè, che presumiamo stia intorno a 1,00€, il barista dovrà pagare una sanzione di 30,04€.
Per importi più elevati, pensiamo ad esempio a un avvocato che rifiuta il pagamento di una consulenza di 200,00€, la sanzione è di 38,00€.
Sanzioni ridotte? Esenzioni?
Si ricorda inoltre che è escluso il pagamento ridotto, previsto di solito quando si salda entro 60 giorni dalla contestazione immediata o dalla notifica della violazione.
Invece la sanzione non si applica «nei casi di oggettiva impossibilità tecnica» a ricevere pagamenti con carta via Pos.
Sarà importante chiarire bene di quali ipotesi si tratta: ad esempio, effettivi problemi di connettività temporanea o malfunzionamenti tecnici dell’apparecchio. Infatti la normativa non fa abbastanza chiarezza in merito.
Cosa possono fare i consumatori che si vedono rifiutato il pagamento tramite Pos?
Infine, cosa fare se ci viene rifiutato il pagamento tramite Pos?
Se abbiamo già usufruito del servizio (ad esempio abbiamo cenato in un ristorante che non aveva avvisato di avere il Pos fuori servizio) potremmo andare via senza pagare impegnandoci a saldare il debito in un secondo momento, magari tornando dopo aver prelevato denaro contante o facendo un bonifico il giorno dopo.
In ogni caso se il commerciante rifiuta il pagamento con il Pos, è possibile segnalare la vicenda alla Polizia Locale o alla Guardia di Finanza, che faranno partire gli opportuni controlli per, ma anche per verificare se dietro al rifiuto c’è una volontà dell’esercente di non rendere tracciabili gli incassi ai fini fiscali.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
Ma le edicole sono escluse?
Demenziale
Ricordo ai ben pensati che ogni debito deve essere pagato con moneta di corso legale quindi la moneta contante. Le altre forme di pagamento ad esempio quella elettronica essendo emessa da una banca privata è una moneta privata. Quindi perchè mai dovrei essere obbligato a pagare dei servizi bancari non richiesti quando la legge mi permette di pagarli con la moneta contante. Si vede che è volutamente stata fatta questa norma per favorire gli istituti bancari e il tracciamento sociale.