Stop auto benzina e dieselL’Unione Europea mette al bando i motori termici dal 2035. Ecco tutto ciò che sappiamo sullo stop alle auto a benzina e diesel.


Stop auto benzina e diesel: è in arrivo una rivoluzione per il mercato automobilistico.
Sarà presto vietata, infatti, la vendita di automobili a benzina o con motore diesel, per ridurre le emissioni.

Vediamo di cosa si tratta nello specifico la nuova misura a livello europeo e come impatterà sul mercato.

Stop auto benzina e diesel: la nuova misura europea

L’8 giugno 2022 è stata accolta la proposta della Commissione europea dall’Europarlamento, che punta alla riduzione delle emissioni di CO2 delle auto. Lo stop alla produzione comprende tutte le auto e i furgoni con motori termici, ovvero benzina, diesel, gpl e anche ibridi.

Entro il 2035, le auto a benzina e a diesel non potranno essere più vendute. La stima fatta punta ad una riduzione delle emissioni medie delle auto nuove del 55% entro il 2030 e del 100% entro il 2035.
La proposta è stata approvata con 339 voti a favore, 249 contro e 24 astenuti.

La misura fa parte dei 14 provvedimenti che la Commissione europea ha inserita all’interno del pacchetto Fit for 55.

Tra queste misure, troviamo anche l’emendamento firmato dai partiti italiani, denominato “salva Motor Valley”, che proroga, fino al 2036, la possibilità di avere deroghe sulle emissioni di CO2 per i piccoli produttori di auto e furgoni.

Si tratterà sicuramente di un passo ambizioso sul piano della transizione ecologica, ma si tratta anche di una sfida ostica per le industrie, a livello economico e sociale, soprattutto in un periodo come questo, nel quale il settore automotive è in lenta ripresa, dopo la pandemia.

Ricordiamo, inoltre, che l’Unione Europea è la terza produttrice mondiale di CO2 e le automobili rappresentano il 12% delle emissioni.

Stop auto benzina e diesel: le reazioni dei partiti e dei produttori

stop auto benzina dieselIl viceministro allo Sviluppo Economico, Gilberto Pichetto, ha detto:

“È una soluzione molto ideologica e poco realistica. L’Europa ha bocciato la proposta di ridurre il divieto dal 100% al 90%. E’ difficile immaginare come sarà il 2035. Continuo a non immaginare il Gran Premio di Monza senza il rombo del motore delle auto in pista. Bisognava ridurre le emissioni in modo graduale tenendo conto della realtà che stiamo vivendo: il mercato è in forte calo, continua a svilupparsi la ricerca per motori endotermici sempre meno inquinanti e sono necessarie misure sociali per tutelare i lavoratori interessati alla transizione”.

Si unisce al disappunto anche Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriali di Torino:

“Un durissimo colpo per il settore automotive: il voto del Parlamento Europeo che mette al bando i motori termici dal 2035 ribadisce un’impostazione ideologica a favore dell’elettrico e pone in serio rischio la filiera dell’auto italiana e continentale. Una scelta, quella dei parlamentari europei, che non prende in considerazione un comparto produttivo fondamentale e strategico per le economie europee e che mette in serio pericolo, come evidenzia Anfia e come ribadiamo da tempo, 70 mila posti di lavoro. Il doveroso e condivisibile rispetto per l’ambiente non può e non deve compromettere il futuro dell’automotive: la totale e troppo affrettata eliminazione dei motori endotermici, anche con carburanti alternativi, è un modo preconcetto di affrontare la questione, come ha recentemente ribadito anche il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Ci uniamo all’appello del comparto affinché gli altri Organismi comunitari che devono ancora esprimersi si rendano conto che non è questa la strada della ragionevolezza”.

La decisione dell’Unione Europea avrà conseguenze per tutto il settore automotive, soprattutto per le industrie, che dovranno accelerare i tempi della produzione, per potersi adeguare ai nuovi standard.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it