Una maxi operazione a seguito di un’indagine della Procura di Trapani svela un ampio sistema corruttivo che dava vita a Concorsi Pubblici Truccati: accade ad Alcamo.
In un periodo in cui per vari motivi di crisi, economiche, politiche e sociali, trovare lavoro non è semplice, certamente le notizie che riguardano i “furbetti” dei Concorsi Pubblici fanno maggiormente male.
Parliamo di corsie preferenziali per alcuni aspiranti concorsisti, manomissione dei punteggi per partecipare e tanto altro. Questa è la triste prassi di chi prova a trovare scorciatoie per entrare nel Pubblico Impiego.
Le inchieste sui concorsi pilotati nel corso degli anni si sono sempre più moltiplicate, non è di certo un fenomeno nuovo: sull’argomento qualche anno fa si è pure pronunciata la Cassazione, in merito al rapporto tra pubblico ufficiale e candidato “raccomandato”.
Scopriamo adesso qual è l’ultima notizia in merito alle procedure truccate in materia di concorsi pubblici.
Concorsi Pubblici truccati: ad Alcamo arresti e misure cautelari
L’indagine riguarda presunte irregolarità nei concorsi in Polizia e nei Vigili del Fuoco.
La centrale del sistema illegale era una scuola di preparazione per concorsi, ad Alcamo in Sicilia. L’Ente si appoggiava a un membro di una sottocommissione di esame che “sponsorizzava” alcuni candidati.
Infatti uno degli indagati sfruttando le proprie conoscenze all’interno delle PA e la sua nomina si sarebbe impegnato a portare avanti questi candidati. Dopo la prova preselettiva si accedeva alle prove motorie-attitudinali, poi al colloquio con le valutazioni dei titoli e infine alle visite mediche.
Il candidato vincitore del concorso avrebbe dovuto poi pagare. Ma chi non pagava, si fermava al primo turno.
E così i Carabinieri della Compagnia di Alcamo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 14 persone (1 in carcere, 3 ai domiciliari e 10 sottoposti all’obbligo di dimora).
L’Ordinanza risulta emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Trapani, su richiesta della locale Procura della Repubblica
L’accusa ritiene che siano sussistenti i “gravi indizi di colpevolezza”. In particolare si contestano i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, traffico di influenze illecite e abuso d’ufficio.
I primi sospetti emersi dalle intercettazioni hanno trovato conferma nel sequestro di una mazzetta da 7000 euro. Infine, ciliegina sulla torta, uno degli indagati aveva anche una lista di nomi.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it