Si avvicina il rientro in presenza per i Dipendenti Pubblici: ecco alcuni chiarimenti sulle sanzioni per chi non si adegua alle nuove regole.
Infatti, a partire dal 15 ottobre il lavoro in presenza tornerà a essere la modalità ordinaria nella Pubblica Amministrazione, come previsto dal Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi.
Ricordiamo che sia il personale dipendente della pubblica amministrazione che i soggetti esterni che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o formativa presso le pubbliche amministrazioni devono esibire, su richiesta, il Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro.
Ovviamente tutte le pubbliche amministrazioni dovranno garantire che il ritorno al lavoro in presenza sia sicuro.
Dunque nella integrale osservanza delle misure di prevenzione dei contagi come, ad esempio, il distanziamento e l’utilizzo delle mascherine in spazi chiusi.
Inoltre l’amministrazione è chiamata a fornire al personale apparati digitali e tecnologici adeguati alla prestazione di lavoro richiesta.
A questo link potete consultare la mappa fornita dalla Funzione Pubblica per il rientro.
Ma andiamo intanto nel dettaglio sui rischi che corre chi non si adegua alla nuova normativa.
Le novità su Green Pass e Smart Working
Come abbiamo anticipato sopra vige l’obbligo, dal 15 ottobre al 31 dicembre 2021, di possedere ed esibire le “Certificazioni verdi COVID-19” nei confronti di:
- Personale delle amministrazioni pubbliche;
- Personale in regime di diritto pubblico, secondo l’articolo 3 del Decreto legislativo n. 165/2001;
- Personale delle Autorità amministrative indipendenti, enti pubblici economico ed organi di rilievo costituzionale.
Inoltre, nelle intenzioni di Draghi e Brunetta, l’obbligo di green pass per tutti i lavoratori rende possibile la riorganizzazione negli uffici, dunque il ricorso al lavoro agile sarà limitato ai soli processi e attività di lavoro previamente individuati dalle amministrazioni, per i quali sussistano i necessari requisiti organizzativi e tecnologici per operare con tale modalità.
Infine in una faq sul sito del governo che chi lavora sempre in smart working non dovrà avere il pass, che «serve per accedere ai luoghi di lavoro». In ogni caso lo smart working «non può essere utilizzato allo scopo di eludere l’obbligo di green pass».
Rientro in Presenza Dipendenti Pubblici: le sanzioni per chi non si adegua
E per chi non si adegua alle nuove regole quali sanzioni scattano?
L’obbligo del Green Pass ai lavoratori, come da decreto, prevede l’assenza ingiustificata per chi non ce l’ha oltre al mancato pagamento dello stipendio. Durante l’assenza il lavoratore non ha diritto a percepire nessuna forma di retribuzione, compenso o emolumento.
Dopo cinque giorni di assenza, il rapporto di lavoro può essere sospeso.
Si prevede, inoltre, una sanzione da 600 a 1.500 euro per chi entra in ufficio senza il certificato.
Le verifiche spettano agli Enti, che dovranno individuare un responsabile in questo campo. In caso di mancati controlli (ma il Governo è ancora a lavoro su una bozza in merito) scattano anche sanzioni per i datori di lavoro.
Si prevede, infatti, l’applicazione di una sanzione amministrativa da un minimo di 400 a un massimo di 1.000 euro (importo che raddoppia in caso di violazioni reiterate).
Il Governo ha però chiarito che “in caso di accertamento da parte delle autorità, se un dipendente viene trovato senza Green Pass, nulla può essere contestato all’ente o all’azienda se i controlli a campione sono stati effettuati nel rispetto di adeguati modelli organizzativi”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
io non ci sto
Il sistema telematico del ministero che rilascia il green pass va sempre in tilt nel week end quando aumentano le richieste di tamponi rapidi e non rilascia il certificato! Speriamo dal 15 ottobre non ci sia il caos più completo…