smaltimento-rifiuti-trasparenzaLa TARI, acronimo di TAssa sui RIfiuti, sostituta della TARES ed è l’imposta destinata a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Da gennaio 2014, infatti, la TARI è andata a sostituire le precedenti tasse che venivano pagate al Comune dai cittadini, dalle aziende e dagli enti come pagamento per il servizio sia di raccolta che di smaltimento dei rifiuti.

Parliamo delle tasse che sono individuate con gli acronimi di TARES (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, TIA (Tariffa di igiene ambientale) e TARSU (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani). In particolare la TARI ha sostituito la TARES, una tassa che è rimasta in vigore solo nel 2013.

Smaltimento Rifiuti e Trasparenza

L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) ha individuato i contenuti informativi minimi che devono essere garantiti a tutti gli utenti del servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani, indipendentemente dalla tipologia di utente (domestico o non domestico), definendo, con apposita delibera (la n. 444 del 2019):

  • i contenuti minimi obbligatori da riportare sui siti internet;
  • i contenuti minimi gli obblighi in materia di comunicazione individuale agli utenti
  • ed anche i contenuti minimi obbligatori da inserire nei documenti di riscossione.

Incentivare il miglioramento dei servizi di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti, omogeneizzare le condizioni nel Paese, garantire trasparenza delle informazioni agli utenti, sono questi gli obiettivi da raggiungere.

La bolletta dovrebbe garantire la “copertura integrale dei costi” del servizio, che non andrebbero caricati sulla fiscalità generale. Ma è ovvio che se mancano indicatori per calcolare il giusto costo, “puntuale”, la tariffa presentata a case, negozi e imprese può crescere anche per finanziare l’inefficienza.

In questo quadro si sono inseriti i provvedimenti dell’ARERA anche in materia di bolletta.

Le informazioni contenute nel documento di riscossione

Quali sono le informazioni utili contenute nel documento di riscossione, utili anche per accrescere la conoscenza e l’empowerment dei cittadini su un tema così strategico nel futuro, economico, ambientale, sociale.

Il gestore del servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani (o il gestore dell’attività di gestione tariffe e rapporti con gli utenti, se si tratta di un soggetto diverso) è tenuto ad inviare agli utenti un documento di riscossione (bolletta) in formato cartaceo, fatta salva la scelta dell’utente di ricevere il documento medesimo in formato elettronico.

In bolletta non potranno mancare:

  • informazioni generali sul documento di riscossione, inclusi i dati identificativi dell’utente e delle utenze e le informazioni rilevanti ai fini della commisurazione della tariffa;
  • dati di sintesi sugli importi addebitati e sul calcolo della tariffa, inclusi importi e scadenze, componenti tariffarie, riduzioni, importi a conguaglio e atti di approvazione della tariffa;
  • informazioni in merito alle modalità di pagamento, inclusi l’elenco degli strumenti utilizzabili, lo stato dei pagamenti precedenti e gli effetti di ritardi nel pagamento;
  • informazioni sull’erogazione del servizio e sugli obiettivi ambientali, inclusi i dati identificativi ed i contatti del gestore, le modalità di organizzazione, le caratteristiche e i livelli qualitativi del medesimo.

Non sempre il cittadino è preparato ad una lettura adeguata del documento della riscossione e questo dovrà essere un’urgenza sulla quale intervenire capillarmente per rendere efficaci provvedimenti che seppur meritori rischiano di non centrare l’obiettivo.

E’ importante che l’utente sia a conoscenza che nessun corrispettivo può essere applicato agli utenti per la ricezione dei documenti di riscossione e degli eventuali prospetti informativi allegati.

Conclusioni

In conclusione, si sottolinea un aspetto che l’Autorità ha inserito nel provvedimento, ovvero la percentuale di raccolta differenziata conseguita nel Comune o nell’ambito territoriale in cui è ubicata l’utenza, con riferimento ai tre anni solari precedenti a quello di emissione del documento di riscossione. L’Autorità raccomanda di intraprendere un percorso di “accountability” da parte dei comuni e/o dei gestori, costruire un patto con la cittadinanza per rendere virtuoso, per l’economia e per l’ambiente, il servizio di smaltimento rifiuti.

 


 


Fonte: articolo di Tina Napoli