Tra i diritti sanciti dal Codice del Consumo come diritti fondamentali sono elencati il diritto alla correttezza, alla trasparenza e all’equità nei rapporti contrattuali ed il diritto ad una adeguata informazione e ad una corretta pubblicità.
L’enunciazione dei diritti dei consumatori deriva direttamente dall’attuazione delle politiche Comunitarie Europee, la Risoluzione del Consiglio Europeo del 14 aprile 1975, che sancì i principali diritti dei consumatori:
- alla protezione della salute e della sicurezza;
- alla tutela degli interessi economici;
- al risarcimento dei danni;
- all’informazione ed all’educazione; alla rappresentanza.
Lo scorso novembre è stata presentata la nuova Agenda Europea dei Consumatori “Rafforzare la resilienza dei consumatori per una ripresa sostenibile”.
La nuova agenda presenta una visione per la politica dei consumatori dell’UE dal 2020 al 2025, sulla base della precedente agenda dei consumatori e del “New Deal” per i consumatori del 2018. Tra i settori ritenuti prioritari c’è la transizione verde, ora diventata nominalmente transizione ecologica.
Una delle sfide, già da anni, consiste anche nell’”engagement” dei consumatori, in grado di svolgere, indipendentemente dalla rispettiva situazione finanziaria, un ruolo attivo in questa transizione senza imporre uno stile di vita specifico e senza discriminazioni sociali ed economiche.
Molte sono le iniziative e le scelte politiche finalizzate a garantire una produzione di beni e servizi conformi alle imponenti sfide ecologiche. Ma per rendere efficace una nuova modalità di approcciare al consumo, e di contribuire al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda Onu 2030, occorre fornire ai consumatori informazioni migliori e più affidabili sugli aspetti relativi alla sostenibilità dei beni e dei servizi, evitando nel contempo un sovraccarico di informazioni, talvolta inutili.
L’Agenda dei consumatori tenta di adottare una visione di lungo termine, attraverso politiche in sinergia con altre iniziative chiave come il Green new deal e il Piano d’azione per l’economia circolare.
Investire in trasparenza contrattuale
Occorre investire in trasparenza contrattuale ed in informazioni trasparenti e chiare; occorre esigere l’applicazione dei diritti sanciti nelle norme ed investire da parte delle istituzioni in una crescita e responsabilizzazione del singolo cittadino/consumatore.
Per la stesura della nuova Agenda Europea, la Commissione Europea ha promosso una consultazione pubblica alla quale hanno partecipato anche i singoli cittadini che si sono espressi in maniera chiara su questi temi, laddove c’è mancanza di informazioni accessibili e trasparenti in merito all’etichettatura dei prodotti, alle modalità di smaltimento dei rifiuti, alle dichiarazioni ambientali, si generano mancanza di fiducia ed ostacoli importanti alla diffusione di scelte di consumo sostenibili d all’adozione dei singoli comportamenti virtuosi.
Non pochi studi e ricerche, a partire questo studio comportamentale promosso dalla Commissione Europea [1] attestano la volontà di impegno per attestare tramite il proprio comportamento un cambio di rotta sui temi ambientali.
Una nuova sfida: trasparenza e corretta informazione
La sfida della trasparenza e della corretta informazione sarà da intraprendere da parte di tutti gli attori dei singoli processi, dal legislatore, dalle istituzioni nazionali, ancor di più dalle amministrazioni comunali e dagli enti preposti a favorire percorsi di partecipazione ed informazioni rivolti ai singoli cittadini.
Un esempio.
Trascurare questi aspetti rischia di rendere vani o di non ottimizzare i cospicui investimenti previsti nel PNRR per la Transizione Ecologica, dove nel capitolo economia circolare si investe in nuovi impianti di gestione rifiuti ed ammodernamento di quelli esistenti per rifiuti organici e progetti “faro” per impianti di trattamento/riciclo di rifiuti di apparecchiature elettriche, rifiuti tessili, carta e cartone, rifiuti plastici.
NOTE
[1] https://ec.europa.eu/info/live-work-travel-eu/consumers/sustainable-consumption_en#behaviouralstudyonconsumersengagementinthecirculareconomy
Fonte: articolo di Tina Napoli