pensione-cittadinanza-lettera-inps-mortoPensione di cittadinanza: Inps scrive una lettera a un morto, informandolo che il beneficio è decaduto e che può richiedere maggiori informazioni sulla revoca.


La vicenda è stata narrata sulle colonne del Quotidiano Il Tempo.

Il signor Franco aveva lavorato per parecchi anni all’estero raccogliendo soltanto pochi contributi, aveva fatto ricorso alla pensione di cittadinanza dal 2019 (l’aveva richiesta, come ricorda lo stesso istituto nella missiva, ad aprile di quell’anno) e ogni dodici mesi doveva presentare la documentazione fiscale necessaria.

Purtroppo il Signor Franco è poi deceduto, non potendo più fruire dunque della sua indennità.

Fin qui niente di strano.

Pensione di Cittadinanza, la lettera dell’INPS a un uomo morto

Il caso curioso scatta quando l’Inps, ha saputo della sua morte ma gli ha comunque scritto per dirgli che non avrà più diritto all’assegno.

Infatti, l’INPS ha si preso atto della morte, ma ha comunque voluto informare lo stesso titolare dell’indennità di questo fatto.

Gentile Signore, le comunichiamo che lei è decaduto dal diritto alla pensione di cittadinanza per le seguenti motivazioni: è deceduto“.

Nella lettera, inoltre, si precisa che “contro il presente provvedimento può proporre azione giudiziaria nelle forme di rito e nei previsti termini di legge, dandone notifica a questa Sede“.

L’INPS, come in una comunicazione standard a una persona in vita, gli ha anche ricordato che “gli uffici Inps sono a disposizione per ogni ulteriore informazione», suggerendogli di andare sul sito internet per trovare tutte le sedi dell’istituto. In alternativa, la lettera suggeriva di «rivolgersi al Contact center, chiamando da rete fissa il numero gratuito 803164 oppure il numero 06164164 da telefono cellulare“.

Infine, l’Inps, alla fine della comunicazione, non dimentica di inviargli i consueti “distinti saluti“.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it