pensioni-uscita-anticipata-62-anniLa proposta arriva direttamente dal Ministro Brunetta ed è al vaglio del Dipartimento della Funzione Pubblica.


Nella nuova Riforma delle Pensioni in arrivo maxi incentivo per l’esodo volontario dei dipendenti pubblici, che consentirebbe l’Uscita Anticipata a 62 anni.

Inoltre, nel nuovo impianto normativo, la riforma complessiva del nostro impianto previdenziale dovrà prevedere la possibilità di accesso flessibile alla pensione, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la valorizzazione del lavoro di cura e del lavoro delle donne.

Scopriamo, comunque, quali sono le specifiche della nuova proposta presentata dal Ministro Renato Brunetta.

Pensioni 2021: dossier INPS su criteri generali per tutti i trattamenti.

Pensioni Dipendenti Pubblici: l’Uscita Anticipata a 62 anni nella nuova Riforma?

Cosa prevede, infatti, la nuova proposta? Sono diverse le ipotesi avanzate per le pensioni e in particolare per affrontare la spinosa questione di Quota 100 e il suo superamento dopo la scadenza naturale prevista alla fine del 2021.

Secondo alcune anticipazioni della stampa nazionale, il ministro starebbe lavorando su uno ‘scivolo’ per la pensione, con un incentivo volontario all’esodo. Il piano dovrebbe essere finanziato anche con i soldi per il Recovery Plan.

“Una Riforma pensioni che così come pensata, porterebbe i lavoratori della pubblica amministrazione a poter collocarsi a riposo, quindi, uscire dal lavoro con un’età anagrafica di almeno 62 anni e un’anzianità contributiva minima di 30 anni. Una regola che rivoluzionerebbe in pieno la Pubblica Amministrazione.”

Questo  scivolo per i dipendenti statali più anziani al fine permetterebbe un turnover generazionale e l’ingresso dei giovani più tecnologici.

Una misura anticipata che dovrebbe arrivare a breve realizzata esclusivamente per una fetta dei dipendenti pubblici. E, chiarimento dello stesso ministro, che il progetto investe i dipendenti particolarmente demotivati al lavoro, nonché, particolarmente inidonei alla corsa continua verso un aggiornamento proficuo dei sistemi informatici.

Nel biennio 2019/2002 si sono contati all’incirca 190.000 lavoratori in pensione della pubblica amministrazione, contro una prospettiva che porta alla collocazione a riposo di un minimo di 300.000 lavoratori della PA in un futuro molto stringente, tra un massimo di 3 o 4 anni.

Brunetta vuole “svecchiare” il Comparto Pubblico

“Bisogna lavorare sulla qualità del comparto pubblico. Oggi abbiamo lo strumento nuovo del Recovery, dei 209 miliardi dell’Europa, che ci danno solo se sappiamo spenderli bene. Serve un capitale umano efficiente. Dobbiamo cambiare la selezione, aumentare il numero e reclutare i migliori con il sistema del “cherry picking”. Dobbiamo ripristinare il turn over al 100% e reclutare alcune migliaia di skill alti in più all’anno: voglio giovani preparati e qualificati che cambino il volto della Repubblica. I migliori medici, infermieri, tecnici, informatici.”


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it