La dodicesima edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR), quest’anno ha come tema centrale “I Rifiuti Invisibili”.
Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 2020: ecco il quadro della situazione attuale, evidenziata da diversi rapporti usciti negli ultimi giorni.
La manifestazione, che ha avuto il via il 21 Novembre e proseguirà fino a giorno 29, anche quest’anno punta a sensibilizzare le istituzioni, gli stakeholder e i consumatori circa le strategie e le politiche di prevenzione dei rifiuti delineate dall’Unione Europea e che gli Stati membri sono chiamati ad attuare.
Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 2020
Tema di quest’anno, come anticipato, è il tema dei “Rifiuti Invisibili“. Di cosa si tratta?
Si fa rifrimento alla grande quantità di rifiuti generati durante il processo di fabbricazione e distribuzione dei prodotti. Per fare un esempio: per fabbricare, a far arrivare in negozio o a casa tua, uno smartphone che pesa meno di 200 grammi vengono prodotti ben 86 chilogrammi di rifiuti.
Sono considerati, di conseguenza, come “invisibili” tutti quei rifiuti generati durante la produzione dei beni che, però, il consumatore abitualmente non vede.
La campagna in questo modo ha cercato di sensibilizzare i cittadini europei sul “reale peso” delle loro scelte di consumo.
Come ogni anno sono coinvolti soggetti in azioni concrete e creative per ridurre la nostra impronta sul Pianeta. Enti pubblici, imprese, associazioni, scuole e singoli cittadini: tutti sono stati invitati a partecipare registrando la propria azione.
Maggiori informazioni su com’è strutturata la SERR e sulle modalità d’adesione sono fornite sul sito https://ewwr.eu/ e sulla pagina Facebook ufficiale dedicata all’evento
La situazione attuale dell’universo “Rifiuti”
La situazione, come negli anni passati, non è ancora di certo ideale. Sono ancora troppe le buone bratiche da implementare a livello urbano e molti i Comuni che devono necessariamente agire a livello virtuoso.
In modo particolare si evidenziano possibilità vantaggiose nelle zone che ottimizzano la raccolta differenziata, mentre in quelle dove il servizio è carente i consumatori pagano di più.
Informazione, trasparenza e sensibilizzazione possono aumentare la cultura della raccolta differenziata e creare percorsi virtuosi per tutti i Comuni.
Questi dati sono espressamente messi in luce da alcuni recenti rapporti, rilasciati nell’ordine da Cittadinanzattiva e Invitalia. Scopriamo adesso quali sono le conclusioni che sono state raggiunte grazie a questi monitoraggi.
Il Report di Cittadinanzattiva
Il rapporto elaborato da Cittadinzattiva restituisce una fotografia della purtroppo disparata geografia dell’Italia in termini di erogazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani riguardo gli aspetti tariffari, la qualità e le tutele.
Ad esempio, il livello medio della raccolta differenziata del nostro Paese si attesta al 58,1%,ancora al di sotto dell’obiettivo di raccolta differenziata di almeno il 65% da raggiungere entro il 2012.
Continuiamo a smaltire in discarica in media il 22% dei rifiuti urbani prodotti, percentuale che supera anche il 50% in alcune regioni dell’Italia meridionale e insulare.
Si evidenzia a tal proposito come in 15 capoluoghi di provincia i tassi di raccolta differenziata siano ancora al di sotto dell’obiettivo del 35% il cui raggiungimento era previsto nel 2006. Tra questi spiccano Catania e Crotone, entrambe con percentuali di raccolta differenziata del 7,7%.
Altra questione di rilevante importanza è rappresentata dalla spesa che i cittadini sono chiamati a sostenere per la raccolta e la gestione dei rifiuti urbani.
Dall’ indagine sui 112 capoluoghi di provincia erelativa ad un nucleo familiare composto da tre persone e abitazione di 100 metri quadri, viene fuori un costo medio di 300 euro annui, invariato rispetto all’anno precedente.
Anche lato Tari ci sono numerose disparità territoriali e numerosi capoluoghi applicano tariffe che determinano una spesa media annuale ben al di sopra della media nazionale.
Ancora una volta “spicca” il caso di Catania (504 €) che oltre ad avere il primato negativo in termini di raccolta differenziata aggiunge quello di spesa media più alta tra i capoluoghi italiani.
A questo link potete consultare il rapporto completo di Cittadinanzattiva.
Il Report di Invitalia
Scopo, invece, del Report di Invitalia 2020 Monitor-rifiuti, è quello di fare luce sugli assetti organizzativi e gestionali del servizio rifiuti in tutte le regioni d’Italia e nelle Province autonome di Trento e Bolzano.
Dall’osservazione delle modalità di affidamento, ad esempio, emerge che gli enti locali
- fanno più frequentemente ricorso alle gare (nel 58% dei casi, anche se considerando la popolazione servita detta percentuale scende al di sotto del 50%);
- la scelta dell’in house, quindi, ha un peso nettamente minore (30% in termini di numero dei Comuni e 40% in termini di popolazione servita).
Rileva, al riguardo, l’analisi territoriale da cui risultano rilevanti difformità tra le diverse aree:
- nel Sud l’affidamento tramite gara sfiora il 70% e l’in house il 22%,
- mentre nelle altre circoscrizioni la situazione è molto diversa e, considerando la popolazione servita, i dati spesso si invertono.
Un dato di fatto è che permangono ancora profonde distanze tra il Centro-Nord e il Sud. Circa la produzione pro-capite dei rifiuti il dato del Sud (450 kg/ab/anno) è nettamente al di sotto di quello del Centro-Nord (522 kg/ab/anno).
Questa apparente virtuosità delle Regioni meridionali va però considerata alla luce di altri elementi. Come ad esempio con la correlazione diretta della produzione dei rifiuti con i livelli di PIL e con i consumi delle famiglie.
A partire da questi ultimi valori, si può stimare che la produzione dei rifiuti dovrebbe essere più bassa nel Mezzogiorno e più alta nel Centro-Nord rispetto ai dati rilevati, invertendo così il giudizio circa la virtuosità delle due macro-aree.
Questa valutazione è largamente confermata dai dati concernenti la raccolta differenziata.
Secondo il Report di Invitalia su questo versante si sono registrati notevoli progressi.
E, anche se non si è ancora raggiunto il target del 65% indicato dalla legge, si è avuta una crescita dal 31% del 2008 al 53% del 2016. Sono però grandi le distanze tra Centro-Nord e Sud (con sensibili differenziazioni tra Regioni in tutte le aree geografiche):
- il 64% al Nord
- il 49% al Centro
- e il 38% al Sud
A questo link potete consultare il Report completo fornito da Invitalia.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it