intelligence-espresso-intervista-mario-caligiuriIn merito all’importanza dello studio dell’intelligence in Italia il professor Mario Caligiuri, professore ordinario di pedagogia della comunicazione all’Università della Calabria e Presidente della Società Italiana di Intelligence, ha rilasciato un’interessante intervista a L’Espresso.

Per l’occasione, si ricorda, che “Studiare l’intelligence in Italia: esperienze a confronto” è il titolo del convegno con il quale si inaugurerà sabato 28 novembre 2020 la decima edizione del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, il primo a essere attivato in Italia nel 2007 grazie al sostegno del Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga.

Ricordiamo che il corso di laurea in Intelligence, nato dall’esperienza del master in intelligence dell’Unical diretto da Mario Caligiuri, non intende creare professionisti esperti ma chiusi nel loro ambito, ma sviluppare competenze diverse che integrano i saperi umanistici con quelli scientifici per rispondere alla complessità di questo tempo.

Ma cosa significa studiare le scienze investigative e della sicurezza nazionale? Quali sono i contenuti scientifici oggetto di riflessione? Quali le opportunità lavorative?

Mario Caligiuri, nell’intervista, sopra citata, ha dato delle convincenti risposte in merito.

L’Espresso intervista Mario Caligiuri sullo studio dell’Intelligence

Il fulcro dell’Intervista de L’Espresso al professor Mario Caligiuri può essere il seguente, forniamo un brevissimo estratto:

L’intelligence è il punto di incontro della conoscenza, area che riunisce i saperi, che sono sempre più frammentati e quindi non ben utilizzabili.

Di fronte alla dismisura dell’informazione che spesso intenzionalmente mette sullo stesso piano il vero e il falso, occorre sviluppare la capacità di individuare le fonti attendibili delle informazioni, dare un senso alle parole e sviluppare il pensiero critico.

Attitudini che sono alla base del metodo scientifico, il solo che consente di avvicinarsi alla sempre difficile comprensione della realtà.

[…] L’intelligence è una competenza sempre più richiesta nel settore privato mentre diventa sempre più indispensabile perfezionare nel settore pubblico, poiché, in entrambi i casi, il concetto di sicurezza si modifica e si amplia costantemente e spesso imprevedibilmente, come negli ultimi vent’anni hanno dimostrato terrorismo e pandemie.

A livello pubblico, gli operatori di intelligence operano nelle forze di polizia, che hanno rappresentato finora il privilegiato bacino di reclutamento delle Agenzie di intelligence.”

Il testo completo dell’Intervista è disponibile a questo link.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it