Una proposta che evidenzierebbe la disparità di trattamento tra Dipendenti Pubblici e Privati: ecco di cosa si tratta.
Cassa Integrazione anche per i Dipendenti Pubblici: una proposta che sta già facendo discutere, provocazione che sia o meno.
La proposta arriva dall’economista ed ex presidente dell’Inps, Tito Boeri, che, dialogando con il premier Giuseppe Conte nel corso del Festival dell’Economia di Trento, ha proposto di inserire la Cig anche per i dipendenti pubblici.
Cassa Integrazione per i Dipendenti Pubblici
Nelle parole di Tito Boeri escono fuori le caratteristiche della sua proposta.
Boeri è partito dall’assunto della disparità di trattamento, concreta o percepita che sia, tra pubblico e privato. Compito di un governo responsabile sarebbe quello di appianare qualsiasi divario per cercare di superare i pregiudizi, fondati o no che siano, sul lavoro pubblico.
Infatti, Boeri ha detto: “Trovo grave che si sia permesso a tante persone della Pa di non lavorare, senza monitorare e senza adottare nella Pubblica amministrazione gli stessi mezzi di monitoraggio che ha adottato nell’emergenza il settore privato“.
Si potevano, secondo Boeri, “evitare scompensi gravi nella Pa” nel “corso dell’emergenza coronavirus e del lock down” e si dovrebbe “far sì che l’immagine del dipendente pubblico migliori agli occhi dei cittadini. Perchè non pensare ad un a Cig anche nella pubblica amministrazione, così da fare in modo che ci sia parità di trattamento fra dipendente pubblico e privato?“.
Ovviamente si tratta solamente di una proposta: chissà però che il Premier Conte possa iniziare a pensarci sul serio dopo il colloquio con Boeri.
Che cos’è la Cassa Integrazione?
Per chi non lo sapesse la Cassa Integrazione è un ammortizzatore sociale erogato dall’Inps in costanza di rapporto di lavoro.
Ne hanno diritto i lavoratori a seguito di una riduzione o sospensione dell’attività lavorativa per motivi di crisi aziendale o di riorganizzazione interna.
Possono beneficiare della cassa integrazione i lavoratori che hanno maturato, al momento della richiesta all’Inps da parte del datore di lavoro, almeno 90 giorni di lavoro presso l’unità produttiva.
Lo scopo, comunque sia, è quello di venire incontro alle aziende che si trovino in momentanea difficoltà, sgravandole in parte dei costi della manodopera temporaneamente non utilizzata.
La Cassa Integrazione nel 2021
Intanto si pensa già a delle modifiche sul meccanismo di Cassa Integrazione che abbiamo visto nel 2020 durante la pandemia.
La cassa integrazione “per tutti”, per sostenere le aziende nella crisi innescata dalla pandemia di coronavirus finirà col 2020. Dal 2021 non sarà più generalizzata e gratuita.
Ci sarà, invece la cassa integrazione nella sua versione standard: pertanto le imprese potranno continuare a usare i normali ammortizzatori sociali (la CIG 2020 con causale Covid non ha intaccato i massimali previsti). E ci saranno eventualmente interventi a sostegno di settori particolarmente colpiti dalla crisi economica determinata dal Coronavirus.
Chissà solamente se la grande sorpresa riguarderà anche la Pubblica Amministrazione il prossimo anno. Ma sono (per il momento) solo congetture.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it