In un recente parere arriva la netta bocciatura della Corte dei Conti UE sulla TAV: scopriamone le motivazioni.
La realizzazione della rete centrale transeuropea dei trasporti tramite la creazione di corridoi della rete centrale è disciplinata dal regolamento (UE) n. 1315/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio.
Alla Commissione spetta assicurarsi che gli Stati membri completino la rete centrale entro il 2030, mentre gli Stati membri sono responsabili dell’attuazione degli specifici progetti.
E quindi è più che legittima la pronuncia che la Corte ha appena espresso in un comunicato stampa.
La bocciatura della Corte dei Conti UE sulla TAV
Durante l’analisi di 8 megaprogetti infrastrutturali, TAV Torino-Lione compresa, la Corte ha intanto riscontrato che la costruzione ha subito notevoli ritardi (11anni in media). Ciò ha messo a rischio l’efficace funzionamento di cinque dei nove corridoi che attraversano più Stati membri.
Il report infatti ricorda come la Tav Torino-Lione, che in realtà è un’opera ferroviaria soprattutto per il trasporto delle merci, per i ritardi inaccettabili ha subito costi enormi che sono lievitati nel tempo.
Per questo secondo una nuova relazione della Corte dei conti europea, è probabile le infrastrutture, tra i quali la TAV, non funzioneranno a pieno regime per il 2030, come invece inizialmente previsto.
La reazione in Italia
Portavoce della politica che dissente con la messa in atto della TAV, la capodelegazione del Movimento 5 Stelle nel Parlamento europeo, Tiziana Beghin, tira le somme sulla questione.
E diffonde un messaggio sulla propria pagina Facebook che non lascia spazio a interpretazioni.
#TAV TORINO-LIONE UNO SPRECO: LA CORTE DEI CONTI UE CI DÀ RAGIONE!
La relazione della Corte dei Conti UE sul TAV Torino-Lione NON può essere ignorata dalla Commissione!
Il rischio di una cattedrale del deserto, che noi denunciamo da SEMPRE, è stato ulteriormente attestato dalle ultime analisi.
Quei miliardi non sarebbero molto più utili se impiegati nella sanità e nelle infrastrutture DAVVERO nevralgiche?
Tuttavia a controbattere all’analisi della Corte dei Conti UE è la TELT, società pubblica italo-francese incaricata di costruire e gestire la Torino-Lione.
“L’aumento dei costi (+85%) cui fa riferimento la relazione della Corte dei conti Ue si riferisce a uno studio preliminare effettuato da Alpetunnel, negli anni ’90, che riguardava la galleria di base per la Torino-Lione con una sola canna, anzichè le due attuali diventate obbligatorie per le normative di sicurezza”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it