sequestro-scala-dei-turchi-agrigentoIl provvedimento arriva dalla Procura di Agrigento, che indaga su una persona per occupazione di demanio pubblico, con esecuzione immediata della guardia costiera di Porto Empedocle.


Sequestro per la Scala dei Turchi: lo ha disposto la Procura di Agrigento.

Il provvedimento giudiziario si dispone al fine di salvaguardare l’incolumità di turisti, ma anche per garantire che il bene famoso in tutto il mondo non si danneggi e si fruisca ordinatamente dai visitatori.

Nel Registro degli Indagati c’è anche una persona, sedicente proprietario di gran parte dell’area: scopriamo tutti i dettagli della vicenda

Il Sequestro della Scala dei Turchi di Agrigento

Arriva dunque il sequestro d’urgenza per la Scala dei Turchi di Realmonte, la parete rocciosa a picco sul mare in provincia di Agrigento meta di turisti e visitatori.

Il provvedimento è stato disposto dalla Procura di Agrigento, che indaga su una persona: nel mirino degli investigatori l’uomo che si proclama il proprietario.

L’ipotesi di reato che si contesta da parte della magistratura è di occupazione di demanio pubblico. All’uomo è contestato anche il danneggiamento al patrimonio archeologico, storico e artistico nazionale.

“La decisione della Procura della Repubblica di Agrigento pone fine alla annosa controversia tra il Comune di Realmonte ed il presunto proprietario della Scala dei Turchi, bene naturale che da tempo la Regione ha sottoposto a vincolo paesaggistico”.

Lo dice l’assessore all’Ambiente della Regione Siciliana, Toto Cordaro, commentando il provvedimento di sequestro dell’area del litorale agrigentino.

Sulla vicenda si è pronunciata anche l’associazione ambientalista Mareamico di Agrigento:

SEQUESTRATA LA SCALA DEI TURCHI.

MAREAMICO PLAUDE L’INIZIATIVA DELLA PROCURA DI AGRIGENTO.

“Ancora una volta la Procura arriva prima della politica. Finalmente si farà chiarezza e si utilizzeranno i luoghi come meritano. Ora con l’area sotto sequestro partirà il processo di regolamentazione dell’area, finalmente”. 

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it