rinnovo-contratti-pubblico-impiego-quanto-costaIl nuovo documento dell’ARAN fa il punto della situazione anche con gli aggiornamenti puntuali sullo sviluppo dei diversi tavoli negoziali.


Rinnovo Contratti Pubblico Impiego, quanto costa secondo il rapporto dell’ARAN? Per la ministra della Pa Fabiana Dadone i numeri Aran dimostrano che «l’impegno finanziario messo in campo dal governo è importante e generoso».

Ecco tutti i numeri che mergono dal Documento dell’ARAN.

I dati più interessanti sono quelli che  caratterizzeranno il futuro prossimo delle buste paga pubbliche.

Rinnovo Contratti Pubblico Impiego: quanto costeranno?

Secondo il rapporto fornito dall’ARAN si fa il punto in primo luogo sulle prime risorse per i rinnovi 2019-2021 nella legge di bilancio per il 2019.

Queste non si sono limitate a finanziare unicamente l’Indennità di vacanza contrattuale, come invece avvenne tre anni orsono per l’anno 2016.

La legge ha, infatti, stanziato per i comparti statali maggiori risorse nel triennio per 1.100, 1.425 e 1.775 milioni di euro rispettivamente per il 2019, per il 2020 e a regime dal 2021.

Le cifre si evincono dalla seguente tabella (clicca sull’immagine per ingrandire):

Tuttavia, le cifre stanziate nella legge di bilancio per il 2019 non hanno incontrato del tutto il favore delle organizzazioni sindacali. Anche perché lo stanziamento include anche

  • le risorse che hanno consentito di continuare ad erogare l’Elemento perequativo (il cui costo è stimabile, per il personale statale, in circa 250 milioni di euro l’anno)
  • e quelle specificamente destinate ai trattamenti accessori del comparto sicurezza (corpi di polizia e forze armate).

In risposta a queste insoddisfazioni, la legge di bilancio per il 2020 ha innalzato lo stanziamento a regime di altri 1.600 milioni di euro, rendendo possibile un adeguamento retributivo a regime per il settore statale pari al 3,72%.

L’effetto complessivo sulle Buste Paga

Per valutare l’effetto complessivo di spesa sull’intera PA, occorre quindi calcolare quanto sviluppa il 3,72% di incremento retributivo a regime, previsto per i settori statali, sugli occupati e le retribuzioni medie dei settori non statali.

È necessario considerare, a tal fine, che nei settori non statali lavora il 42% del totale degli occupati della PA, vale a dire 1.400.000 persone a fronte delle circa 1.900.000 che operano nei settori statali.

Questi dati sono tratti dalle rilevazioni dell’ultimo conto annuale della RGS (conto dell’anno 2017). Le medesime rilevazioni consentono di stimare una retribuzione media per la PA non statale di circa 37.000 Euro annui lordi.

Lo sviluppo di questi elementi consente di prevedere una spesa a regime dal 2021, per i rinnovi contrattuali delle amministrazioni non statali, di poco più di 2.600 milioni di Euro.

Sommando a questo importo lo stanziamento in legge di bilancio, si ottiene una previsione di spesa per l’intera PA (a regime, dal 2021) di poco superiore a 6.000 milioni di Euro, come sintetizzato nella seguente tabella (clicca sull’immagine per ingrandire):

Il report completo dell’ARAN

In buona sostanza secondo il rapporto dell’ARAN quanto avvenuto nella tornata 2016-18 ed il primo avvio della nuova 2019- 2021 sembra in realtà indicare che, nei fatti, si sia avviata una nuova modalità regolatoria. Questa modalità risulta molto più flessibile:

  • non fa riferimento a tassi di inflazione programmati o previsti
  • e non tiene conto, successivamente, di eventuali scarti fra valore posto alla base dei rinnovi e risultanze di fatto. Come ancora avviene per molti CCNL privati.

A questo link il testo completo del rapporto dell’ARAN.