taglio-cuneo-fiscale-2020-come-funzionaDopo l’accordo arrivato questo weekend con le parti sociali emergono i dettagli su come verrà impostato il taglio del cuneo fiscale.


Taglio Cuneo Fiscale 2020: come funziona? Ecco un riepilogo dopo le dichiarazioni del Premier Conte riferite all’accordo dei giorni scorsi con le parti sociali.

Dai dettagli e dalle ipotesi in campo emerge adesso un quadro più nitido e molto interessante. La bozza attuale prevede infatti degli aumenti in busta paga per un’ampia pletora di lavoratori.

Infatti l’intervento, come sottolinea il presidente del consiglio, riguarderà 16 milioni di lavoratori.

Nei prossimi giorni il provvedimento verrà esaminato in dettaglio dal Parlamento, e quindi avremo tutti quanti le idee più chiare.

Ciò nonostante, nel frattempo esaminiamo i dettagli emersi da questa “bozza di intesa”, analizzando gli scenari possibili.

Taglio Cuneo Fiscale 2020: come funziona?

In primo luogo esaminiamo il meccanismo che potrebbe far rifiorire le buste paga dei dipendenti.

Il cosiddetto taglio del cuneo fiscale è una delle misure chiave della Legge di Bilancio 2020, che al comma 7 riporta testualmente:

Al fine di dare attuazione a interventi finalizzati alla riduzione del carico fiscale sulle persone fisiche, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze è istituito un fondo denominato « Fondo per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti », con una dotazione pari a 3.000 milioni di euro per l’anno 2020 e a 5.000 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2021.

Con appositi provvedimenti normativi, nei limiti delle risorse di cui al primo periodo, eventualmente incrementate nel rispetto dei saldi di finanza pubblica nell’ambito dei medesimi provvedimenti, si provvede a dare attuazione agli interventi ivi previsti.

Buste paga più pesanti per 16 milioni di lavoratori

Quindi, in base a quanto citato, questa riduzione del cuneo fiscale dev’essere necessariamente espletata attraverso un apposito provvedimento.

E in questo provvedimento, attualmente al vaglio del Governo, si possono sintetizzare i seguenti aumenti in busta paga.

Le buste paga saranno più pesanti a partire da luglio 2020 per 16 milioni di lavoratori con redditi tra gli 8mila e i 40mila euro: si tratta di 4,3 milioni di lavoratori in più rispetto alla platea del bonus Renzi, con miglioramenti da 1.200 euro a 192 euro l’anno, che, tradotto, significa da 100 a 16 euro netti in più al mese.

Il nuovo bonus derivante dal Taglio del Cuneo Fiscale 2020

Il “vecchio” Bonus Renzi salirebbe dunque 80 a 100 euro per chi guadagna fino a 28mila euro, con un allargamento a 4 milioni di lavoratori. Il beneficio scenderà gradualmente per poi azzerarsi per quelli fino a 40mila. Ciò potrebbe essere messo a punto grazie proprio alla trasformazione dello stesso Bonus Renzi in detrazione fiscale.

Pertanto il nuovo incentivo per i lavoratori comporterà un risparmio IRPEF fino a 100 euro al mese direttamente in busta paga. L’ipotesi dei 100 euro pieni al mese concerne i redditi tra 24.600 e 26.600 euro.

A partire dai 28 mila euro di reddito partirà un meccanismo scalare e il bonus – vale a dire il credito di imposta – si trasformerà in detrazione e andrà progressivamente a calare, con un aumento inferiore a 100 euro mensili.

E a partire dai 34 mila euro, il taglio del cuneo si tradurrà in un beneficio sotto i mille euro annui.

A essere penalizzati  i lavoratori dipendenti che guadagnano, ad esempio, 39mila euro lordi l’anno, per cui il taglio delle tasse equivarrà solo a 16 euro in più al mese: di fatto, 53 centesimi al giorno.

Ovviamente si attende il testo del provvedimento per avere la certezza della misura.

Infine gli incapienti (sotto gli 8.200 euro di reddito annuo) non verranno investiti dalla misura. Si spera almeno che il Governo, per questi soggetti, abbia altri piani con altre misure.

Speranze che potrebbero essere tenute in vita dalle dichiarazioni della viceministra dell’economia, Laura Castelli,

“Il taglio del cuneo, che partirà da luglio di quest’anno, “è solo la premessa a una più generale riforma dell’Irpef che stiamo studiando da alcuni mesi e che porterà risparmi ancora più consistenti per il ceto medio, senza dimenticare i pensionati e gli incapienti (coloro che non pagano tasse perché percepiscono redditi molto bassi)”.