I dettagli della proposta del Governo contenuta nella Legge di Bilancio per il 2020. Si tratta di pochi spiccioli? La situazione potrebbe però già cambiare negli anni seguenti: tutti i dettagli.
Pensioni, ecco le nuove fasce di rivalutazione degli assegni nel 2020.
Nel biennio 2020-2021 i pensionati con assegni compresi tra le tre e le quattro volte il trattamento minimo inps nel fondo pensione lavoratori dipendenti otterranno l’adeguamento pieno all’inflazione (ora l’adeguamento è al 97%).
Occorrerà attendere, invece, il 2022 per un incremento delle fasce di rivalutazione degli assegni superiori a quattro volte il minimo inps. La conferma arriva dal testo ufficiale della Legge di Bilancio per il 2020 che il Governo ha consegnato questa settimana al Senato.
La rivalutazione nel biennio 2020-2022
La proposta governativa prevede a partire dal 1° gennaio 2020 e sino al 31 dicembre 2021 l’incremento delle percentuali di rivalutazione dei trattamenti pensionistici compresi tra tre e quattro volte il minimo (cioè tra 1.539 e 2.054 euro mensili lordi) che passano così dall’attuale 97%, fissato dalla precedente legge di bilancio (ln 145/2018), al 100% dell’inflazione.
Gli assegni superiori a tale importo continueranno ad essere rivalutati secondo le fasce già note: i trattamenti tra quattro e cinque volte il minimo in misura del 77% dell’inflazione; tra cinque e sei volte il minimo in misura del 52% dell’inflazione; tra sei ed otto volte il minimo in misura del 47% dell’inflazione; tra otto e nove volte in misura pari al 45% dell’inflazione; quelli superiori a nove volte il minimo in misura del 40% dell’inflazione. Gli incrementi con le rispettive fasce sono indicati in tabella.
L’incremento, come si intuisce, è più simbolico che pratico. Tradotto in soldoni vale poco, pochissimi centesimi al mese in più e solo, come accennato, per chi percepisce pensioni tra tre e quattro volte il minimo. La rivalutazione continuerà ad essere applicata sull’intera fascia del trattamento pensionistico (come accade attualmente), un meccanismo che rosicchia ulteriormente l’effetto rivalutativo sugli assegni medio-alti.
Dal 1° gennaio 2022
Dal 1° gennaio 2022 il testo della legge di bilancio stabilizza criteri più succulenti per gli assegni superiori alle quattro volte il minimo. Nello specifico: gli assegni sino a quattro volte il minimo saranno rivalutati in misura pari al 100% dell’inflazione; gli assegni tra quattro e cinque volte il minimo saranno rivalutati in misura pari al 90% dell’inflazione; i trattamenti pensionistici superiori a cinque volte il minimo saranno rivalutati in misura pari al 75% dell’inflazione. Con il ripristino di una indicizzazione in forma progressiva su singoli scaglioni di importo.
Si ritornerebbe così al meccanismo di rivalutazione in vigore sino al 31 dicembre 2011 (ln 388/2000), Ante Fornero, anzi anche leggermente più generoso considerando che sulla fascia tra tre e quattro volte il minimo l’indicizzazione riconosciuta era ferma al 90%. Sempre salvo ripensamenti ulteriori da qui alla scadenza.