La città di Milano, a settembre 2019, si è resa protagonista della prima grande operazione Plastic Free, in quanto sono state distribuite 100.000 borracce in alluminio a bambini fra i 5 ed i 13 anni.


Borracce in alluminio: sono dannose? E’ stata sicuramente un’operazione di buon senso e con finalità educative ma non solo, infatti, dal 2021 molti oggetti in plastica saranno banditi dal mercato dell’Unione Europea, le borracce diventano quindi anche una necessità.

 

Le polemiche a riguardo

Tutto questo ha creato enormi polemiche riguardo la provenienza ed i materiali utilizzati per i contenitori che sono stati distribuiti tra i bambini. Si è infatti messo in evidenza come le borracce siano state prodotte in Cina e non Italia.

Cerchiamo di capire insieme le motivazioni che si celano dietro.

 

Perché le borracce sono prodotte in Cina?

L’Italia degli anni ’70 e ’80 ha visto la propria economia svilupparsi a ritmi consistenti, grazie sopratutto alla laboriosità del popolo italiano. Ma questo fenomeno è sufficiente per spiegare tale crescita?

La risposta è molto semplice: no. Questo perchè in quel periodo c’era una forte domanda di prodotti italiani e il più delle volte non si trattava di prodotti di lusso, ma di oggetti di poco valore e di uso comune, come vestiti o pentole.

Mentre la Germania e molti altri Paesi del Nord Europa stavano migliorando la propria industria, producendo oggetti più complessi di pentole e calzini. L’Italia era quindi diventata la fabbrica d’Europa, almeno per quanto riguarda i prodotti a basso costo.

Oggi questo ruolo è affidato ad alcuni paesi del Sud Est Asiatico, come la Cina o la Malesia. Pensare di produrre, al giorno d’oggi, pentole o borracce in Italia, o ancor peggio in Europa, è del tutto anacronistico.

Abbiamo contattato telefonicamente la società fornitrice di borracce personalizzate e ci hanno confermato che in tutta Europa non esiste una sola azienda che possa definirsi fabbricante di borracce in metallo; in Italia invece si possono trovare aziende che fabbricano borracce in plastica, ma non in metallo.

Sta a voi decidere se il luogo di produzione delle borracce sia un dato rilevante o un semplice elemento di speculazione politica.

 

L’alluminio è realmente dannoso al corpo umano?

La risposta, ovviamente, è SI. Tutti i materiali, ingeriti in grande quantità, sono dannosi per il nostro corpo. Bere acqua in modo eccessivo fa male, ad esempio, in quanto mette sotto sforzo i reni che sarebbero sottoposti ad uno sforzo insostenibile a lungo termine.

Se bere acqua in eccesso è dannoso anche ingerire metalli in modo eccessivo è dannoso. Partendo da questo assunto ci siamo domandati se utilizzare l’alluminio, come contenitore di liquidi, porti ad un’assunzione eccessiva di questo metallo.

Il Ministero della Salute valuta diversi fattori per definire se un metallo possa essere utilizzato come contenitore alimentare.

I fattori principali sono l’ossidazione, eventuali intolleranze ed il rilascio di sostanze nei cibi.

In tal senso, l’alluminio è uno dei metalli, come oro e nickel, che ha un grado di ossidazione praticamente pari a zero: l’alluminio non fa ruggine.

 

Molti sostengono che sarebbe stato meglio utilizzare l’acciaio; non essendo l’acciaio un metallo esistente in natura, ma una lega di diversi metalli, potrebbero essere utilizzabili  per uso alimentare il ferro/manganese ed il ferro/nickel.

Il ferro ha un grado di ossidazione elevato e per evitare che il processo chimico di ossidazione avvenga deve essere accoppiato con metalli antiossidanti, e il manganese non è certamente la scelta più indicata.

Nasce quindi, quello che in Italia chiamiamo 18/10, un acciaio formato da ferro e nickel. Il nickel è un antiossidante per eccellenza, peccato che una piccola parte della popolazione sia intollerante anche a piccole quantità di nickel.

Vi ricordate le persone che si lamentavano di vedersi le mani di un rosso sangue al contatto con le monete dell’euro? Tali monete erano quelle rosso rame: 1 cent, 5 cent, 10 cent. Il motivo? Contenevano infatti nickel.

L’alluminio invece, non solo non ossida, ma non risulta alcun caso di intolleranza.

 

L’alluminio rilascia sostanze nei liquidi?

Che la polemica riguardo al rilascio di alluminio sia divampata oggi e non negli anni ’20 con le caffettiere in alluminio lascia delle perplessità. Ancora più perplessità crea il silenzio riguardo alle capsule di caffè che spesso sono presentate in una confezione d’ alluminio.

Ma non dimentichiamo pentole, contenitori usa e getta per cibo da asporto, pellicole di alluminio.

Quindi, in modo definitivo, l’alluminio non rilascia nulla nell’acqua. Questa affermazione non solo è rilevabile dai test di laboratorio, ma anche da quello che tutti sappiamo da anni.

Tutti siamo consci che l’alluminio non ossida; per comprovarlo non è necessario recarsi presso un laboratorio di analisi, ma è sufficiente lasciare la caffettiera o borraccia sul balcone per mesi. Quando la riporterete in casa avrete modo di vedere che non ci sono tracce di ruggine.

L’alluminio non fa ruggine per un fattore chimico molto semplice: l’alluminio esposto all’aria crea uno strato di ossido di alluminio che è completamente insolubile all’aria e all’acqua. Questo strato insolubile protegge il resto dell’alluminio, rendendo il contatto fra liquido ed alluminio pari a zero.

In realtà potremmo dire che in realtà l’acqua contenuta in una borraccia in alluminio non è a contatto diretto con tale metallo.

Per ultimo, non è nostro desiderio innalzare l’alluminio a materiale per eccellenza per i contenitori alimentari , ma presenta vantaggi non discutibili.

Discorso diverso andrebbe fatto per le pentole o caffettiere in alluminio che sono sottoposte a corrosioni ben maggiori delle borracce.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it