taglio-parlamentari-cosa-comportaEcco alcune indicazioni sugli scenari possibili post-approvazione del taglio dei parlamentari: cosa accadrà se la legge passa?


Taglio Parlamentari, cosa comporta l’eventuale riduzione? Con la Camera dei deputati chiamata a votare la proposta di legge costituzionale che riduce il numero dei parlamentari ecco alcune indicazioni sugli effetti della legge.

Che cosa cambierà dopo il via libera al taglio dei parlamentari? C’è anche l’incognita del referendum: comuqnue sia questa svolta peserà sulla tenuta della coalizione (e sulle prossime elezioni).

Ecco i punti della proposta, i pro ed i contro.

Taglio Parlamentari, cosa comporta?

Il disegno di legge costituzionale prende il nome dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro (M5S).

Il provvedimento riduce il numero dei deputati (da 630 a 400) e dei senatori (da 315 a 200): tagliando i seggi dei deputati (da 12 a 8) e dei senatori (da 6 a 4) eletti all’estero.

Inoltre, con la riforma muta il rapporto numerico di rappresentanza:

  • alla Camera 1 deputato per 151.210 abitanti (oggi 96.006 ),
  • al Senato 1 senatore per 302.420 abitanti (ora 188.424).

Per passare, pena l’azzeramento, la riforma deve ottenere 316 voti.

Nei successivi tre mesi, se approvato, il testo può essere sottoposto a referendum confermativo.

I pro

I promotori del taglio dei parlamentari hanno insistito molto sul risparmio per le casse dello Stato.

Se nel triennio 2018-2020 per pagare indennità e rimborsi a 630 deputati lo Stato spende ogni anno 144,9 milioni di euro, ricaviamo un costo annuo di 230 mila euro a deputato.

E una riduzione di 230 deputati, dunque, creerebbe un risparmio potenziale di 52,9 milioni di euro ogni anno.

Stesso calcolo per il Senato. Otteniamo un costo annuo di 249.600 euro per senatore. Un taglio di 115 membri di Palazzo Madama creerebbe un risparmio potenziale di 28,7 milioni di euro ogni anno.

E pertanto tra Camera e Senato, quindi, i risparmi sarebbero 81,6 milioni di euro ogni anno. 

I contro

Secondo la posizione di alcuni parlamentari del PD e LeU, contrari alla riforma dei parlamentari. il taglio dei parlamentari è un danno per la democrazia, un sopruso verso gli elettori che perderebbero potere di rappresentanza.

In base a questo punto di vista la legge sarebbe solo un passo in più verso la pericolosa democrazia autoritaria.

Secondo i detrattori della riforma,

la scusa del risparmio è ridicola: 50 milioni all’anno equivalgono a meno di un giorno di spese militari; ci vorrebbero 200 anni, 40 legislature, per risparmiare i 10 miliardi che un parlamento serio potrebbe tagliare in un giorno, votando l’uscita dal programma militare degli F35”.