raffaele-cantone-lascia-anacRaffaele Cantone lascia l’ANAC, dopo cinque anni passati alla presidenza dell’Autorità Anticorruzione. Per lui adesso un probabile rientro in magistratura.


Raffaele Cantone lascia l’ANAC. La Comunicazione del Presidente è in estrema sintesi la seguente: “Torno a fare il magistrato, in Anac esperienza entusiasmante ma ormai conclusa”.

Lo annuncia lui stesso in una lettera sul sito dell’Autorità in cui rende note le dimissioni dall’Anac.

Nel testo Cantone ricorda come nei mesi scorsi avesse già presentato al Csm la candidatura per un incarico direttivo presso tre uffici giudiziari.

Raffaele Cantone lascia l’ANAC: la lettera

Questo qui di seguito è un estratto della lettera, disponibile anche sul portale dell’ANAC.

Dopo oltre cinque anni, sento che un ciclo si è definitivamente concluso, anche per il manifestarsi di un diverso approccio culturale nei confronti dell’Anac e del suo ruolo.

È una convinzione che ho maturato progressivamente e che nei mesi scorsi mi ha spinto a presentare al Consiglio superiore della magistratura la candidatura per un incarico direttivo presso tre uffici giudiziari. Nelle ultime settimane le dolorose vicende da cui il Csm è stato investito hanno tuttavia comportato una dilazione dei tempi tale da rendere non più procrastinabile una decisione.

Nella mattina di oggi, con alcuni mesi di anticipo, ho dunque avanzato formale richiesta di rientrare nei ruoli organici della magistratura. […] Tornerò pertanto all’Ufficio del massimario presso la Corte di Cassazione, dove prestavo servizio prima di essere designato all’unanimità dal Parlamento a questo importante incarico.

La mia è una decisione meditata e sofferta. Sono grato dell’eccezionale occasione che mi è stata concessa. Ma credo sia giusto rientrare in ruolo in un momento così difficile per la vita della magistratura. Assistere a quanto sta accadendo senza poter partecipare concretamente al dibattito interno mi appare una insopportabile limitazione. Simile a quella di un giocatore costretto ad assistere dagli spalti a un incontro decisivo: la mia indole mi impedisce di restare uno spettatore passivo, ancorché partecipe.

Lascio la presidenza dell’Anac con la consapevolezza che dal 2014 il nostro Paese ha compiuto grandi passi avanti nel campo della prevenzione della corruzione, tanto da essere divenuta un modello di riferimento all’estero.

La stessa Autorità nazionale anticorruzione, istituita sull’onda di scandali ed emergenze, rappresenta oggi un patrimonio del Paese. Sono circostanze che dovrebbero rappresentare motivo di orgoglio per l’Italia, invece sono spesso poco riconosciute come meriterebbero.