busta-paga-pesanteLa Busta paga pesante è un’agevolazione a favore dei residenti nei comuni delle zone colpite dal terremoto del centro Italia, consistente nella sospensione delle ritenute fiscali per un certo periodo di tempo.


Ecco qui dei chiarimenti diffusi dall’Agenzia delle entrate, in merito alle modalità di ripresa della riscossione per la cosiddetta Busta paga pesante. Tale agevolazione consiste nella sospensione delle ritenute fiscali per un arco di tempo stabilito dalla norma.

Ma come funziona esattamente la Busta paga pesante?

Questa agevolazione è stata messa in campo dall’Agenzia delle entrate per sostenere le persone colpite nel 2016 e nel 2017 dai terremoti del Centro Italia. Per loro era stata prevista la possibilità, di chiedere al proprio sostituto d’imposta di non operare, a decorrere dal 1° gennaio 2017 fino al 31 dicembre 2017, le ritenute alla fonte previste dalla legge.

In questo modo, la busta paga risultava essere più “pesante”, proprio per dare un sostegno economico ai lavoratori. Tale richiesta poteva essere fatta da tutti coloro risiedono nei Comuni terremotati.

La sospensione delle ritenute fiscali riguardava:

  • Redditi di lavoro dipendente;
  • Redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente;
  • Compensi e altri redditi corrisposti dallo Stato.

Quindi i lavoratori autonomi non sono coinvolti in questa operazione.

Ripresa della riscossione fiscale

Il 1 giugno 2019 sarà avviata la restituzione delle ritenute IRPEF sospese ma, alla luce delle diverse difficoltà emerse, è in corso un provvedimento per una ulteriore proroga al 31 ottobre 2019. Inoltre nella legge di bilancio 2018 ha stabilito che la restituzione delle ritenute fiscali non operate in questo periodo può essere effettuato:

  • In forma rateale, fino a un massimo di 24 rate mensili di pari importo;
  • Senza applicazione di sanzioni e interessi.

I sostituti d’imposta che non hanno operato le ritenute sono comunque tenuti a procedere al conguaglio di fine anno, certificando l’ammontare delle ritenute operate e quello delle ritenute sospese. Questo al fine di dare ai contribuenti, che hanno chiesto la sospensione, la somma esatta delle ritenute e procedere ai relativi versamenti.

Confusione con la proroga al 31 ottobre

Sa­ba­to 1 giu­gno do­vreb­bero ini­zia­re le re­sti­tu­zio­ni del­la bu­sta paga pe­san­te, ma tra le va­rie ri­chie­ste avan­za­te in que­sti mesi dal­le as­so­cia­zio­ni e dai co­mi­ta­ti del ter­ri­to­rio al go­ver­no c’e­ra pro­prio quel­la di pro­ro­ga­re ul­te­rior­men­te quel­la sca­den­za.

A tal proposito, la pro­ro­ga (31 ottobre 2019) alla fine ci sarà, ma ar­ri­ve­rà fuo­ri tem­po mas­si­mo. Infatti tale emendamento è stato inserito nel decreto “Sblocca cantieri“, che però deve ancora essere approvato ed è in discussione proprio in questi giorni al Senato. Dovrà poi passare dalla Camera per l’approvazione definitiva.

Quin­di, nel­la mi­glio­re del­le ipo­te­si e spe­ran­do che l’iter non venga interrotto, pri­ma di metà giu­gno non se ne par­la. In­tan­to, però, come è nor­ma­le che sia l’INPS ha già in­via­to le let­te­re per av­via­re la re­sti­tu­zio­ne, vi­sto che in as­sen­za di una nuo­va nor­ma la sca­den­za re­sta quel­la del 1 giu­gno.

La cosa che fa discutere è che a giugno i terremotati possono non pagare, ma a ottobre devono pagare allo stato tutto quello che non hanno versato da giugno a ottobre. A questo punto, molti politici hanno espresso la loro opinione in merito, definendo la manovra “una presa in giro”.

Ecco qui alcune dichiarazioni interessanti

“Continuiamo a dirlo: le persone meritano più rispetto e non si fa propaganda spicciola sulla pelle di chi già vive una quotidianità difficile e su cose come queste avrebbe solo bisogno di trovare certezze e tutela e non confusione e false promesse” dicono la Responsabile CISL Macerata Silvia Spinaci e il Responsabile CISL Tolentino-Camerino Rocco Gravina.

“In que­sti gior­ni l’Inps sta in­vian­do di­ver­se let­te­re re­la­ti­ve alla re­sti­tu­zio­ne, coe­ren­te­men­te con la pro­ro­ga al pri­mo giu­gno ap­pro­va­ta mesi fa. La nuo­va pro­ro­ga (quel­la al 31 ot­to­bre) en­tre­rà in vi­go­re solo in se­gui­to alla vo­ta­zio­ne del­lo Sbloc­ca Can­tie­ri in Se­na­to, che av­ver­rà a bre­vis­si­mo. Ho dun­que per­so­nal­men­te in­for­ma­to del­la que­stio­ne il pre­si­den­te del­l’Inps, Pa­squa­le Tri­di­co, af­fin­ché va­lu­ti di dare le op­por­tu­ne di­spo­si­zio­ni ai pro­pri uf­fi­ci di non pro­ce­de­re con il re­cu­pe­ro del­le som­me in at­te­sa del­la de­fi­ni­ti­va ap­pro­va­zio­ne del de­cre­to” ha spie­ga­to il Sottosegretario Vito Cri­mi.

“Non è sufficiente un emendamento approvato in commissione per prorogare una norma. Non solo, visto che l’INPS non si è pronunciata, nonostante l’invito del Sottosegretario Crimi, in pochi giorni molte imprese si sono ritrovate a dover inoltrare l’istanza di rateizzo per non perderne il diritto, semmai la norma non fosse definitivamente approvata. Ma la procedura, evidentemente “intasata” da molte domande, si è bloccata impedendo l’invio dell’istanza stessa” dichiara invece Confartigianato.

Nozioni da ricordare

Con la risoluzione n. 19/E del 6 marzo 2018 l’Agenzia delle Entrate precisa che il diritto alla rateazione sussiste anche:

  • In caso di cessazione del rapporto di lavoro;
  • Nei casi di revoca della sospensione già richiesta;
  • In capo agli eredi, ricordando che tutti i termini pendenti alla data della morte del contribuente, o che scadono entro quattro mesi dalla stessa, sono prorogati di sei mesi in favore di questi.