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Decreto crescita diventa legge, facilitato il contrasto all’evasione in campo turistico.


Decreto crescita 34/2019 e la tassa di soggiorno. La tassa di soggiorno è un contributo fisso, il cui costo varia da città a città, che gli albergatori e le strutture ricettive in generale richiedono agli ospiti per poi riversarle ai comuni.

Possono istituire, con deliberazione del consiglio, la tassa di soggiorno a carico degli ospiti delle strutture ricettive situate sul proprio territorio, soltanto i comuni:

  • capoluogo di provincia;
  • le unioni di comuni;
  • i comuni turistici;
  • le città d’arte.

Chi intende affittare il proprio appartamento per uso turistico, infatti, dovrà richiedere al Comune tutte le informazioni necessarie riguardanti la tassa di soggiorno.

Obiettivo dell’art. 13 quater del DL 34/2019: combattere l’evasione fiscale nel settore turistico-ricettivo.

 

 

Arriva il “Bollino di qualità”

Il Decreto Crescita ha introdotto l’articolo 13- quater durante l’esame presso la Camera, recante le norme volte a contrastare l’evasione nel settore turistico-ricettivo.

Uno dei punti fondamentali del Decreto Crescita è il “bollino di qualità” per chi decide di dare in locazione il proprio appartamento con la formula degli affitti brevi. Quest’ultimo ha il compito di  “certificare” la qualità delle strutture ricettive e identificare i proprietari.

Inoltre, viene istituita una Banca dati delle strutture ricettive e delle locazioni brevi, che consiste nella creazione di un database condiviso tra Ministero dell’Interno, Agenzia delle Entrate e Comuni e consente di arginare il fenomeno dell’evasione dal pagamento delle imposte sui redditi da locazione e della tassa di soggiorno nei casi di affitto di case vacanza.

Sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo saranno disponibili tutte le informazioni contenute nella banca dati, tra cui:

  • Tipologie (es. Hotel, B&B, motels ecc..);
  • Caratteristiche;
  • Ubicazione;
  • Proprietario.

In aggiunta, tutte le strutture ricettive, saranno abbinate ad un codice identificativo tramite il quale l’amministrazione finanziaria potrà ricavare tutte le informazioni della struttura stessa.

I dati saranno comunicati automaticamente all’Agenzia delle Entrate, pertanto ogni comunicazione di offerta o promozione dovrà riportare il codice identificativo.

 

 

Novità sulla tassa di soggiorno

Questa tassa, prevista per le città di maggior interesse artistico-culturale, ha dei costi variabili.  La tassa viene aggiunta al costo del soggiorno e non può essere da questo scorporata.

Il Decreto Crescita introduce una modifica sulla tassa di soggiorno dando la possibilità ai Comuni di verificare in maniera autonoma e diretta il corretto pagamento, da parte degli ospiti, della tassa di soggiorno.

In aiuto alla lotta contro l’evasione fiscale ci sono strumenti facili e intuitivi che permettono agli Enti di avere un controllo completo come TravelTax che agevola l’interazione tra la struttura ricettiva ed il Comune fornendo così un monitoraggio puntuale sui versamenti ricevuti.

 

 

Le locazioni brevi

Le locazioni brevi stanno ad indicare l’affitto di immobili ad uso abitativo, situati in Italia, la cui durata non supera i 30 giorni.  I comuni sono autorizzati a effettuare la riscossione dell’imposta di soggiorno da parte di coloro i quali concedono in locazione un immobile per finalità turistiche. Pertanto è necessario informarsi presso il Comune competente territorialmente per sapere se vi sono delibere in tal senso. Ove previsto è necessario adeguarsi al pagamento della tassa di soggiorno.

 

 

Le sanzioni

Il decreto crescita è chiaro: senza il codice identificativo non sarà possibile pubblicare le offerte di affitto. Chi non rispetterà queste leggi sarà esposto a sanzioni, come recita il Decreto “L’inosservanza delle disposizioni di cui al comma 7 comporta l’applicazione della sanzione pecuniaria da 500 euro a 5.000 euro. In caso di reiterazione della violazione, la sanzione e’ maggiorata del doppio.”