Mafia dei Parchi in Sicilia: i boss mafiosi gestivano i terreni dei Parchi, arresti tra Palermo e Enna. Operazione del GICO del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Caltanissetta, in collaborazione con il Servizio centrale investigazioni sulla criminalità organizzata.
Mafia dei Parchi in Sicilia. Dodici misure cautelari sono state eseguite dai finanzieri del GICO del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Caltanissetta, in collaborazione con il Servizio centrale investigazioni sulla criminalità organizzata (Scico), nei confronti di altrettanti presunti appartenenti e fiancheggiatori di Cosa nostra.
I provvedimenti, richiesti dalla Direzione distrettuale antimafia nissena ed emessi dal gip, riguardano indagati delle province di Enna e Palermo avrebbero gestito terreni del parco delle Madonie e dei Nebrodi per conto della mafia, ricevendo anche finanziamenti comunitari per la gestione di imprese agricole riconducibili a componenti di Cosa nostra. Disposto anche il sequestro di immobili, aziende, beni e disponibilità finanziarie per un valore di circa sette milioni di euro.
Già in passato era stata rilevata la presenza delle mani della Mafia dei Nebrodi, in provincia di Messina, sul patrimonio artistico-culturale: la criminalità organizzata imponeva il pizzo sulle opere artistiche della “Fiumara d’arte”.
Senza dimenticare il famoso agguato occorso al Parco dei Nebrodi a Giuseppe Antoci nel 2016.
Sotto la sua gestione, era stato adottato, infatti, il primo protocollo di legalità in Italia che contiene le linee guida per contrastare i tentativi d’infiltrazione mafiosa proprio nelle procedure di concessione a privati di beni compresi nel territorio di un Parco.