comuni-affidamento-diretto-posteL’Antitrust boccia una delle misure previste dalla legge di Bilancio 2019 per le pubbliche amministrazioni che operano nei piccoli Comuni: l’affidamento diretto a Poste dei servizi di tesoreria e di cassa è illegittimo.


L’affidamento diretto dei servizi di tesoreria e di cassa a Poste italiane, previsto dalla legge di Bilancio 2019 per le pubbliche amministrazioni che operano nei piccoli Comuni, è in contrasto con i principi di libera concorrenza. L’Autorità garante per la concorrenza e il mercato lo ha rilevato, nell’atto di segnalazione 1574/2019.

La legge di Bilancio 2019, infatti estende la platea dei soggetti che possono affidare in via diretta i servizi di tesoreria e di cassa a Poste Italiane S.p.A..

L’articolo 1, comma 908, prevede infatti che dopo l’articolo 9, comma 3, della legge 6 ottobre 2017 n. 1585 – secondo il quale

“I piccoli comuni possono affidare, ai sensi dell’articolo 40, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, la gestione dei servizi di tesoreria e di cassa alla società Poste italiane Spa” – sia aggiunto il seguente comma 3-bis: “Le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, operanti nei piccoli comuni possono anch’esse affidare in via diretta, ai sensi dell’articolo 40, comma 1 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, la gestione dei servizi di tesoreria e di cassa alla società Poste italiane Spa”.

Sul punto, si rappresenta che, in base a quanto previsto dagli artt. 208 e ss. del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 gli enti pubblici sono tenuti ad affidare il servizio di tesoreria attraverso procedure ad evidenza pubblica.

Comuni, affidamento diretto a Poste: perchè non è legittimo?

L’affidamento della gestione dei servizi di tesoreria e di cassa a Poste Italiane S.p.A. è chiaramente di un regime eccezionale e derogatorio rispetto al principio generale dell’affidamento del servizio di tesoreria attraverso gara e, pertanto, soggettivamente circoscritto ai soli ‘piccoli comuni’.

Con la norma contenuta nella legge di Bilancio 2019, il legislatore ha invece previsto che anche le amministrazioni pubbliche operanti nei piccoli comuni possano affidare in via diretta la gestione dei servizi di tesoreria e di cassa, precisando che l’affidamento del servizio potrà avvenire (solo) a favore della società Poste Italiane S.p.A.

Per questo l’Antitrust sostiene che l’affidamento dei servizi da parte delle Pubbliche Amministrazioni, incluso il servizio in parola, deve avvenire previo espletamento di una procedura ad evidenza pubblica, idonea a garantire il rispetto dei principi di parità di trattamento, non discriminazione e concorrenza, nonché il diritto di accesso di tutti i potenziali concorrenti che esercitano tale attività nel mercato.

Al contrario, è stato rilevato che l’affidamento in via diretta preclude il confronto competitivo tra i soggetti interessati all’offerta di tali servizi, limitando il processo di contenimento dei prezzi tipico del gioco concorrenziale. Pertanto, quest’ultima forma di affidamento può essere ammessa solo in ipotesi eccezionali, giustificate dalla presenza di particolari esigenze oggettive; ipotesi che, in quanto eccezionali, non possono essere ulteriormente e arbitrariamente  ampliate.