stato-agitazione-comparto-istruzione-ricercaProclamato lo stato di agitazione del comparto “Istruzione e Ricerca”. I lavoratori danno mandato alle organizzazioni sindacali per proseguire la mobilitazione per il rinnovo del contratto, la stabilizzazione, lo sviluppo delle professionalità, contro la regionalizzazione.


Richiesto il tentativo di conciliazione. In assenza di risposte concrete siamo pronti allo sciopero.

Ecco il comunicato della FLC CGIL:

Al termine degli attivi nazionali la FLC CGIL, insieme alle altre organizzazioni sindacali, forte del mandato ricevuto dai lavoratori, proclama formalmente lo stato di agitazione contro le politiche di questo Governo e del MIUR.

Rivendichiamo:

  • l’apertura della trattativa sul rinnovo del contratto di lavoro nazionale del comparto “Istruzione e Ricerca” (linee guida);
  • l’autonomia delle regioni nel quadro normativo vigente, dunque siamo contrari ad ogni proposta di regionalizzazione, in particolare del sistema d’istruzione (la nostra campagna);
  • la stabilizzazione dei precari, e dunque politiche di reclutamento snelle e di qualità;
  • investimenti adeguati nei settori dell’istruzione e della ricerca al fine di sviluppare le professionalità del comparto.

Sono state avviate le procedure di raffreddamento delle relazioni sindacali al fine di esperire possibili tentativi di conciliazione.

In assenza di risposte concrete siamo pronti allo sciopero.

La mobilitazione continua.

I punti all’ordine del documento

Tra i punti c’è il Rinnovo del CCNL e salvaguardia della sua dimensione nazionale contro ogni ipotesi di regionalizzazione del sistema di istruzione e della ricerca.

Il CCNL 2016-2018, già scaduto al 31/12/2018, è stato formalmente disdettato dalle scriventi, ma le risorse stanziate per il rinnovo nella legge di bilancio 2019 sono assolutamente insufficienti per concludere la trattativa. Occorrono inoltre risorse aggiuntive per superare quella che è una vera e propria emergenza salariale e ridurre così il divario stipendiale esistente rispetto alla media dei paesi Ocse.

La sottoscrizione, con urgenza, di un nuovo CCNL per il triennio 2019-2021, è importante anche per ribadire la centralità del Contratto Nazionale di Lavoro come strumento di potenziamento della funzione unificante che il sistema di istruzione e Ricerca svolge per l’intero Paese: diritti, doveri e salario debbono essere gli stessi, indipendentemente dal luogo in cui viene resa la prestazione lavorativa.

Sulla stabilizzazione dei Precari occorre individuare una fase transitoria che riguardi i docenti di II e Terza fascia ai fini della stabilizzazione del lavoro nella scuola su tutti i posti disponibili, ivi compresi quelli che si libereranno per effetto dell’introduzione della quota 100 ai fini pensionistici. Sono evidenti i riflessi positivi che ne deriverebbero per il buon andamento delle attività didattiche, messe a rischio dall’eccessiva precarietà del lavoro che genera instabilità e discontinuità.

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