Il Tribunale di Roma, sez. II Civile, con il decreto 5 marzo 2019 è intervenuto sulla rottamazione dei Contributi per gli Avvocati: ci sono dei paletti? Si tratta di un esclusione a priori?
Saldo e stralcio cartelle a rischio per i contributi dovuti dai professionisti iscritti alle Casse private.
Una nuova Sentenza del Tribunale di Roma darebbe un’interpretazione particolarmente restrittiva in merito alla rottamazione dei contributi per gli avvocati.
La normativa
Secondo l’art. 4 del D.L. n. 119/2018, rubricato “Stralcio dei debiti fino a mille Euro affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2010”:
“I debiti di importo residuo, alla data di entrata in vigore del presente decreto, fino a mille Euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1. gennaio 2000 al 31 dicembre 2010, ancorchè riferiti alle cartelle per le quali è già intervenuta la richiesta di cui all’articolo 3, sono automaticamente annullati. L’annullamento è effettuato alla data del 31 dicembre 2018 per consentire il regolare svolgimento dei necessari adempimenti tecnici e contabili.”
Rottamazione dei Contributi Avvocati
Il Tribunale di Roma ha accertato che l’art. 1 d.l. n. 119/2018 dimostra che vanno compresi nell’ambito applicativo di norme dichiaratamente di natura fiscale anche crediti previdenziali.
Tuttavia, i crediti di natura previdenziale degli enti privatizzati ex d.lgs. n. 509/1994, non possono rientrare nell’ambito di applicazione della norma sopra citata.
Dalla lettura complessiva della norma appare chiaro che il legislatore non ha esteso l’estinzione anche ai crediti previdenziali delle Casse dei professionisti inferiore ad € 1.000,00.
Casse dei professionisti che, per legge, non possono beneficiare di aiuti di Stato.
Per chiarire tutti i dubbi interpretativi, a questo link potete leggere il testo completo della Sentenza del Tribunale di Roma.