Anticipo TFS Dipendenti Pubblici 2019, aumenta la soglia massima? Si parla di un cospicuo innalzamento della liquidazione per gli statali in pensionamento.
Questo è solo uno degli emendamenti al decretone in rampa di lancio in Commissione Lavoro al Senato. Questi ritocchi hanno già incassato il via libera di massima del Governo. In pratica quali sono le novità? Sull’anticipo TFS dei Dipendenti Pubblici aumenta la soglia, che sarà nettamente in rialzo a quanto pare.
In pratica, si tratterà di un innalzamento fino al 50%, a 45mila euro, della soglia massima di anticipo della liquidazione per gli statali in pensionamento.
L’innalzamento della soglia Tfs a 45mila euro è previsto da un emendamento presentato dalla Lega e ha come primo firmatario Massimiliano Romeo.
Anticipo TFS Dipendenti Pubblici 2019
In pratica si parla dunque di un prestito bancario, fino a 45mila euro (erano 30mila nella versione precedente) delle liquidazioni (Tfs) degli statali «per tutti i pensionamenti» nel pubblico impiego, che rappresenta uno dei pilastri del decreto varato dal Governo.
Lo sconto, che varia da 1,5 punti percentuali se l’indennità vera e propria arriva con un anno di ritardo a 7,5 punti se il ritardo è superiore a 5 anni, non si applica per indennità sopra i 50.000 euro.
La situazione attuale
Come oramai risaputo, oggi i dipendenti pubblici per ricevere l’indennità di buonuscita (TFR o TFS a seconda del regime di appartenenza) devono attendere diversi mesi; un’attesa variabile a seconda della motivazione che ha portato alla cessazione del rapporto di lavoro.
Nel dettaglio, tolto il caso di cessazione per inabilità o decesso – per i quali bisogna attendere appena 105 giorni per il pagamento del TFR/TFS – la liquidazione viene pagata dopo 12 (pensione di vecchiaia) o 24 mesi (pensione anticipata o dimissioni), con altri 3 mesi di tolleranza.
Nel peggiore dei casi, quindi, la prima rata del TFR/TFS – di massimo 50.000€ – potrebbe arrivare dopo 27 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro.