concorso-insegnanti-di-sostegno-2019Concorso Insegnanti di Sostegno 2019, cosa cambia quest’anno per entrare a far parte del contingente riservato al sostegno? Ecco le ultime novità.


La Legge di Bilancio 2019 ha infatti modificato i requisiti di accesso e si è in attesa dell’autorizzazione del MEF.

 

Durante il question time del 17 gennaio il Ministro Bussetti ha affermato:

 

”Abbiamo avviato il terzo ciclo di specializzazione sul sostegno per la scuola dell’infanzia e primaria e richiesto al MEF, per la prima volta, di autorizzare ben 40.000 posti per i prossimi corsi di specializzazione, anche per la scuola secondaria: i nuovi corsi potrebbero partire già nella prossima primavera”.

 

Per il nuovo bando di Concorso per Insegnanti di Sostegno 2019 la data più plausibile potrebbe essere a partire dalla prossima primavera.

 

Per la scuola di infanzia e primaria i requisiti di accesso sono invariati:

 

  • Laurea in Scienze della formazione primaria o
  • diploma magistrale e diploma sperimentale ad indirizzo linguistico conseguiti presso gli istituti magistrale entro l’a.s. 2001/02.
  • analogo titolo conseguito all’estero  e riconosciuto in Italia come equipollente

 

I requisiti di accesso potranno diventare, col nuovo Concorso:

 

  • abilitazione all’insegnamento in una delle classi di concorso del grado che si richiede
  • laurea (titolo idoneo per una delle classi di concorso del grado per cui si partecipa)+ 24  CFU nelle discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche
  • laurea (titolo idoneo per una delle classi per il grado richiesto) e 36 mesi di servizio, intese come 3 annualità (indifferentemente posto comune o sostegno).  Il possesso del requisito di servizio potrebbe dunque permettere dunque, per il primo corso, di essere esonerati dai 24 CFU [in analogia a quanto stabilito, con le nuove regole, per il concorso ordinario].

 

La figura dell’insegnante di Sostegno

 

L’insegnante per le attività di sostegno è un insegnante specializzato assegnato alla classe dell’alunno con disabilità per favorirne il processo di integrazione. Non è pertanto l’insegnante dell’alunno con disabilità ma una risorsa professionale assegnata alla classe per rispondere alle maggiori necessità educative che la sua presenza comporta. Le modalità di impiego di questa importante (ma certamente non unica) risorsa per l’integrazione, vengono condivise tra tutti i soggetti coinvolti (scuola, servizi, famiglia) e definite nel Piano Educativo Individualizzato.

 

Quali sono i compiti dell’insegnante di classe rispetto all’integrazione degli alunni con disabilità?

 

Ogni insegnante ha piena responsabilità didattica ed educativa verso tutti gli alunni delle sue classi, compresi quindi quelli con disabilità. Dovrà contribuire alla programmazione e al conseguimento degli obiettivi prefissati, didattici e/o educativi, e sarà chiamato di conseguenza a valutare i risultati del suo insegnamento.

 

Poiché l’alunno con disabilità segue dei percorsi di apprendimento personalizzati e/o individualizzati, i reali compiti del docente di classe vanno necessariamente definiti nel quadro di un Piano Educativo Individualizzato. La precisa formulazione degli obiettivi da parte di ciascun insegnante garantisce la chiara definizione delle attività anche per l’alunno con disabilità e nei confronti della famiglia e degli altri soggetti coinvolti in eventuali forme di supporto logistico/organizzativo.