Il SISTRI dal 1° Gennaio 2019 è stato soppresso ufficialmente. Lo ha previsto, ricordiamo, il “decreto semplificazioni” (Dl 135/2018).
A decorrere dal 1 gennaio 2019 è stato soppresso il sistema SISTRI, lo ha previsto il “decreto semplificazioni” (Dl 135/2018). A seguito dell’abolizione di tale Sistema non sono più dovuti i relativi contributi.
Fino alla definizione di un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti da parte del Ministero dell’ambiente, continuano a trovare applicazione gli adempimenti relativi alla gestione dei rifiuti antecedenti alla disciplina SISTRI: presentazione del modello unico di dichiarazione ambientale (c.d. MUD), tenuta del registro di carico scarico, utilizzo dei formulari di trasporto anche in formato digitale (adempimenti previsti dagli artt. 188, 189, 190 e 193, D.Lgs. n. 152/2006, nel testo previgente alle modifiche apportate dal D.Lgs. n. 205/2010).
Sono altresì applicabili le disposizioni in materia di violazione degli obblighi di comunicazione – tenuta dei registri obbligatori e dei formulari ex art. 258, D.Lgs. n. 152/2006.
Il SISTRI (acronimo per sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) è stato il sistema informativo voluto dal Ministero dell’Ambiente italiano per monitorare i rifiuti pericolosi tramite la tracciabilità degli stessi. Con l’articolo 6 del Decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135 se ne è decretata la soppressione, non essendo, tra l’altro, mai entrato definitivamente in funzione.
Dal 2019 in poi, il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti sarà invece gestito in maniera diretta dal Ministero dell’Ambiente e, fino alla sua piena operatività, i titolari soggetti alla tracciabilità dovranno continuare a usare il medesimo sistema utilizzato ora, quello cartaceo.
“Abbiamo calcolato che attualmente è assicurata la tracciabilità del 65% dei rifiuti speciali – ha dichiarato il ministro Costa -. L’obiettivo è arrivare almeno al 90% risparmiando soldi e tempo per le aziende”.